Gli avvocati palermitani non arretrano, anzi sono decisi a tutto per scongiurare il trasferimento degli uffici ( la sezione lavoro, la sezione esecuzioni e l’ufficio notifiche) dal Palazzo ex Eas in un edificio già utilizzato dalla Serit e da Riscossione Sicilia, agente esattore per conto della Regione e di numerosi enti pubblici.

Ieri mattina l’Ordine degli avvocati e numerose associazioni sono scese in piazza, davanti al tribunale di Palermo, per ribadire il loro no al trasferimento degli uffici. Alla protesta hanno partecipato, in piazza della Memoria, circa 200 avvocati e segue la proclamazione dello stato di agitazione da parte dello stesso Consiglio dell’Ordine, guidato da Antonello Armetta. All’inizio di luglio, infatti, il Consiglio ha chiesto ai vertici della Corte d’appello di fare retromarcia sulla nuova sistemazione da dare alla sezione Lavoro, all’Ufficio notificazioni e protesti ( Unep) e alle Esecuzioni immobiliari, che dovrebbero trasferirsi in via Orsini, in una palazzina in cui, fino a un anno fa, era ospitata Riscossione Sicilia. Si tratta di una sistemazione lontana dalla cittadella giudiziaria e molto scomoda dal punto di vista logistico. Così, pur concordando con la necessità di non utilizzare più i locali del palazzo che fino agli anni 80 era sede dell’Ente acquedotti siciliani ( Eas), il Coa di Palermo evidenzia come «gli iscritti lamentino l’impossibilità di svolgere l’attività professionale nell’ipotesi in cui il trasferimento si realizzi» . L’Ordine sottolinea la propria «espressa ferma contrarietà a ogni ipotesi di trasferimento al di fuori della cittadella giudiziaria» e proclama lo stato di agitazione, «auspicando che in ogni sede e a ogni livello si collabori per ripensare a soluzioni alternative». Il presidente Armetta viene così incaricato di «concertare con gli altri presidenti degli Ordini del distretto» iniziative comuni volte a scongiurare lo spostamento in via Orsini. Questa sede infatti è a 4 chilometri dal tribunale e per raggiungerla occorre prendere un mezzo ditrasporto privato, data la mancanza di collegamenti diretti. «Sono evidenti - commenta il presidente Armetta - le gravi ricadute che si avranno sulla città e sugli operatori del nostro settore. Saremo costretti a fare la spola tra punti opposti di Palermo, il traffico aumenterà e i ritardi si accumuleranno. Confidiamo nel dialogo istituzionale con i presidenti di Tribunale e Corte d’appello. Facciamo appello anche al ministro della Giustizia, Marta Cartabia». Gli avvocati palermitani chiedono che gli uffici ospitati nella ex sede Eas, molto frequentati dagli stessi legali, vengano distribuiti nei vari spazi della cittadella giudiziaria, tra i palazzi di giustizia vecchio e nuovo.