Presidente Grillini, il ddl Zan va approvato così com’è?

Il testo è già frutto di un compromesso, di mille limature e mediazioni. L’articolo 1 di cui Renzi chiede la soppressione è stato scritto da Italia Viva, cioè dalla capogruppo alla Camera Annibali e dalla ministra Bonetti. È bizzarro che si chieda la soppressione di qualcosa voluto da loro stessi. Per non parlare dell’articolo 4, che è stato voluto da Forza Italia, anch’esso non presente nel testo originale di Zan. È una situazione che rasenta il grottesco. Va bene il bicameralismo, ma sembra che la parte destra del cervello non si metta d’accordo con la parte sinistra. Chiedere ora una riscrittura significa affossarla perché il tempo è scaduto, non ci sono più i tempi.

Renzi dice che la mediazione è necessaria per evitare la bocciatura con il voto segreto, Pd e M5S dicono che i numeri ci sarebbero comunque. Commenti?

È iniziato il gioco del cerino nel quale noi non vogliamo finire in alcun modo. Il tritacarne della politica non ci interessa e Renzi sa benissimo che le parole omofobia e transfobia non si possono mettere in una legge, perché non sono tipizzate, mentre lo sono le parole «identità di genere». Ma il problema è che le maggioranze al Senato sono sempre state precarie. Finché non si fa una riforma seria del bicameralismo chiunque vinca le elezioni avrà una maggioranza instabile al Senato, tanto più dopo la riduzione dei parlamentari. Noi sapevamo che la questione era ballerina, tant’è che io avevo proposto di iniziare da Palazzo Madama come fu per le unioni civili. In quel caso si trovò un compromesso tra i senatori e poi si portò a casa la legge. Che rimane insoddisfacente ma almeno c’è.

Perché allora non si è iniziato dal Senato?

Fu fatto un convegno per una proposta di legge condivisa insieme a esponenti grillini due anni fa ma non è stato possibile. Il percorso è iniziato alla Camera e dopo mille compromessi è arrivato un testo già parzialmente insoddisfacente per le associazioni Lgbt, che ora si vuol stravolgere in maniera fumosa. Ma noi di Salvini non ci fidiamo mai, non compreremmo mai una macchina usata da uno che ha appena firmato un manifesto omofobo con Orban. Quel manifesto è un delirio di omofobia e Salvini cambia idea ogni cinque minuti, come potremmo fidarci?

Si dice che sia meglio una cattiva legge che nessuna legge. È d’accordo?

Quand’anche passasse questa mediazione di cui non consociamo nulla, chi ci garantisce che alla Camera non ricominci tutto da capo? Il problema vero è che tutta la destra non vuole la legge, tant’è che anche in Europa è così tranne in alcuni luoghi come la Francia dove una legge simile fu votata ai tempi di Sarkozy o nel Regno Unito ai tempi di Cameron. In questi Paesi non si è prodotto nessuno degli sfracelli paventati in Italia.

Non crede quindi alle proposte di modifica della destra?

Guardi, Meloni di recente ha chiesto al governo di interrompere i rapporti con i Paesi che criminalizzano l’omosessualità. Ecco, bisognerebbe spiegarle che allora dovremmo interrompere i rapporti anche con l’Ungheria del suo amico Orban. C’è una mozione ferma all’Onu sulla decriminalizzazione internazionale dell’omosessualità e sfidiamo Meloni a dichiararsi d’accordo.

Pensa possa esserci il rischio che con il voto segreto alcuni senatori dei partiti che appoggiano il ddl Zan, come Pd e M5S, votino in maniera contraria?

Il problema è il voto segreto, che tra l’altro in Senato è molto più ristretto rispetto alla Camera, perché dipende in larga parte dalla presidente Casellati. Non mi faccio illusioni perché sappiamo di che parte politica è ma l’uso del voto segreto al Senato è relativo solo alle questioni sulla libertà personale che riguarda solo l’articolo 4 della legge Zan. La vera sfida è non usare il voto segreto, la politica dovrebbe avere il coraggio di esprimersi a viso aperto perché è un tema che assorbe la vita quotidiana delle persone.

Perché ritiene necessaria questa legge così com’è?

Ho partecipato alla Pride week di Milano e attorno a essa ci sono state quattro aggressioni fisiche nei confronti di partecipanti, anche minori. È una violenza brutale e i dati che dicono che le violenze sono poche sono determinati dal fatto che le persone hanno paura di denunciare, comprensibilmente.

Eppure di obiezioni ne sono state fatte, sia da politici che da giuristi.

Per dare addosso alla legge si inventano una marea di stupidaggini come il famoso «giù le mani dai bambini», quando nel testo non si parla mai di bambini. Anche l’articolo 7 sulla scuola, tanto contestato, «consiglia» l’istituzione di una giornata contro l’omofobia, non la impone. Quindi la polemica è del tutto sterile.

Crede che Pd e M5S, che sostengono la legge, dovrebbero farsi sentire di più?

Bisogna dare atto che per quanto possono lo stanno facendo. Si sono schierati da tempo e sono i gruppi con il comportamento più lineare. Ci sono state imponenti manifestazioni dei Pride e i sondaggi dicono che la maggioranza della popolazione è d’accordo. Persino tra gli elettori di destra. Ma la classe politica, per motivi politicisti, ha perso il contatto con la realtà.