Dieci persone, tra cui l'ex Sostituto della Segreteria di Stato Angelo Becciu (per il quale il Papa ha dato l'assenso il 19 giugno scorso), il suo ex segretario mons. Mauro Carlino e la sua donna di fiducia Cecilia Marogna, i finanzieri Raffaele Mincione e Gianluigi Torzi, l'ex direttore dell'Aif, Tommaso Di Ruzza e il presidente René Brulhart, per cui però si procede separatamente, l'ex gestore delle finanze vaticane Enrico Crasso, l'avvocato Nicola Squillace, oltre a quattro società, una della Marogna e le altre tre riconducibili a Crasso. Sono i soggetti per i quali il Tribunale Vaticano ha emesso il decreto di citazione a giudizio nell'ambito dell'inchiesta vaticana scaturita dall'acquisto del palazzo di Sloane Avenue a Londra e che saranno processati il 27 luglio prossimo. «Sono vittima di una macchinazione ordita ai miei danni, e attendevo da tempo di conoscere le eventuali accuse nei miei confronti, per permettermi prontamente di smentirle e dimostrare al mondo la mia assoluta innocenza - scrive il cardinale attraverso il legale Fabio Viglione - In questi lunghi mesi si è inventato di tutto sulla mia persona, esponendomi ad una gogna mediatica senza pari al cui gioco non mi sono prestato, soffrendo in silenzio, anche per il rispetto e la tutela della Chiesa, a cui ho dedicato la mia intera vita. Solo considerando questa grande ingiustizia come una prova di fede riesco a trovare la forza per combattere questa battaglia di verità». L'inchiesta ha fatto emergere una serie di operazioni speculative finanziate anche con i soldi per i poveri nella diretta disponibilità del Papa, quelli dell'Obolo di San Pietro, portando a perdite milionarie per la Santa Sede. Le attività istruttorie sui fondi della Segreteria di Stato, svolte anche con commissioni rogatoriali in numerosi altri paesi stranieri (Emirati Arabi Uniti, Gran Bretagna, Jersey, Lussemburgo Slovenia, Svizzera), «hanno consentito di portare alla luce una vasta rete di relazioni con operatori dei mercati finanziari che hanno generato consistenti perdite per le finanze vaticane, avendo attinto anche alle risorse, destinate alle opere di carità personale del Santo Padre», spiega il comunicato della Sala stampa della Santa Sede. «Il processo costituirà comunque loccasione per laccertamento della totale insussistenza delle accuse nei confronti di Mons. Mauro Carlino e per il riconoscimento della sua profonda dirittura etica», ha detto Salvino Mondello, legale del prelato. Da quanto si apprende la Segreteria di Stato del Vaticano si costituirà parte civile nel processo e a rappresentarla sarà lavvocato Paola Severino. In una dichiarazione riportata nella richiesta di citazione a giudizio dell'Ufficio del promotore di Giustizia vaticano, Becciu spiega: «Negando categoricamente di aver mai, contrariamente a quanto contestato, sottratto, appropriandomene e convertendola in profitto, la somma di 575.000 euro contestata (o, per vero, qualsiasi altra), ritengo, ai sensi dell'art. 248, c. 2, c.p.p., e soprattutto in coscienza, di non poter essere interrogato su questi fatti e circostanze e sulle decisioni assunte, peraltro concordati con il Santo Padre, perché costituenti segreto politico concernente la sicurezza dello Stato». Intanto la comunità di Pattada, il paese sardo del cardinale Angelo Becciu rinviato a giudizio insieme ad altre nove persone dopo linchiesta partita dallo scandalo del palazzo londinese, si stringe attorno al cardinale al quale non ha mai fatto mancare stima e vicinanza.«Ci si aspettava una svolta positiva - dice il parroco di Pattada, don Gianfranco Pala, grande amico di Becciu - Ma la fiducia è che la verità alla fine restituirà la dignità. Rinnoviamo insieme alla comunità, affetto e stima, vicinanza e preghiera al cardinale».