«Da quattro mesi l’ufficio gip/gup è in sofferenza. Non c’è niente di anomalo nel fatto che io mi sia autoassegnata quel fascicolo, prassi sempre condivisa e mai contestata. In questi mesi sono stati almeno 70 i fascicoli dei quali mi sono occupata con questa modalità, ma l’unico per il quale sono stata contestata è quello della tragedia della funivia». A dirlo, al Dubbio, è Donatella Banci Buonamici, la giudice che il 30 maggio scorso ha deciso di scarcerare due degli indagati per la tragedia e di mandare il terzo ai domiciliari. Una scelta che fece gridare allo scandalo e alla quale, una settimana dopo, seguì la sostituzione della giudice da parte del presidente del Tribunale Luigi Montefusco, proprio nel giorno in cui la stessa avrebbe dovuto decidere sulla richiesta di incidente probatorio, depositata il 3 giugno, da Marcello Perillo, avvocato di Gabriele Tadini, il capo servizio della funivia ora ai domiciliari. La sostituzione della gip Il fascicolo, dunque, è passato alla giudice Elena Ceriotti, «titolare per tabella del ruolo» ed esonerata a febbraio scorso da Banci Buonamici dalle funzioni di gip per la «grave situazione di sofferenza» del suo ufficio, esonero valido fino al 31 maggio. Era stata la stessa Banci Buonamici ad assegnarsi il fascicolo, che sarebbe toccato, invece, alla collega Annalisa Palomba, «contestualmente impegnata in udienza dibattimentale». In casi del genere, scriveva infatti Banci Buonamici, «le funzioni di gip, dal 1.1.2021, sono state esercitate da questo presidente». La scelta, all’epoca, era stata condivisa proprio con Montefusco. Ma la sostituzione ha fatto piombare pesanti sospetti sul tribunale di Verbania, anche a seguito delle indiscrezioni giornalistiche secondo le quali a spingere il presidente a sostituire la gip sarebbe stata una mail del procuratore generale di Torino, Francesco Enrico Saluzzo, circostanza smentita categoricamente dallo stesso pg. La vicenda, nei giorni scorsi, è finita davanti al Consiglio giudiziario di Torino, che ha trasmesso parere negativo su quella sostituzione. Ma quanto trapelato dalle stanze chiuse dell’assise ha lasciato più di un dubbio. Se, infatti, in un primo momento, Saluzzo aveva sottolineato con forza di essersi interessato esclusivamente alle minacce ricevute da Banci Buonamici, in qualità di titolare delle iniziative in materia di sicurezza personale dei magistrati, nel corso della seduta ha affermato che nella mail inviata a Montefusco avrebbe anche espresso sconcerto per il contrasto tra pm e gip, auspicando un ritorno nell’alveo della fisiologia dei rapporti tra pm e giudice. Ufficio in sofferenza Il clima a Verbania è teso, dicono gli addetti ai lavori. Ma per chi, come Banci Buonamici, è costretta a fare i conti con i numeri, la tensione è l’ultimo dei problemi. «Se mi trovo con le spalle al muro lo sfondo e trovo un passaggio», dice ironicamente, apparendo completamente distante dalla descrizione di donna «glaciale» attribuitale dalla stampa. In tribunale, spiega la giudice, «la situazione era critica, in quanto con l’esonero della collega ci trovavamo con una scopertura del 50% dei gip. Era evidente che ne dovevamo recuperare un altro. È vero che io ho individuato il secondo gip nella dottoressa Palomba - spiega -, alla quale vanno i miei ringraziamenti, come alle altre colleghe della sezione. Ma lei non è mai stata esonerata un solo giorno dal ruolo dibattimentale ed è evidente che, soprattutto le urgenze gip, devono essere conciliate con la gestione di un pesante ruolo dibattimentale». Negli ultimi quattro mesi, dunque, Banci Buonamici e Beatrice Alesci, altra giudice della sezione, hanno seguito quanti più fascicoli possibile per affiancare Palomba, «che stava lavorando per due persone». Quello della tragedia del Mottarone è arrivato sulla sua scrivania alle 18, ovvero quando Palomba, al termine delle udienze, aveva già lasciato il Tribunale. «Il lunedì successivo sarebbe stata in ferie - spiega Banci Buonamici - e come da prassi, approvata nelle riunioni di sezione e conosciuta dal presidente del Tribunale, quando la collega va in ferie il lunedì i turni del sabato e della domenica vengono assegnati ad altri. Anche in ragione di quello ho dovuto fare i conti con le persone a disposizione: Antonietta Sacco è un mot, e come tale non può svolgere il ruolo di gip, Alesci aveva udienza il giorno successivo, Rosa Maria Fornelli è il gup. Mi sono consultata in diretta con il presidente del Tribunale e ho deciso di assegnare a me il fascicolo». Anche perché Palomba ha un ruolo dibattimentale pesantissimo, fatto di circa 400 sentenze l’anno. «Dal primo di gennaio abbiamo dovuto far fronte a questa situazione, di cui mi sono assunta la responsabilità, assegnandomi la maggior parte del carico di lavoro per sgravare i colleghi, cosa che ho detto al Consiglio giudiziario. È stata la regola per quattro mesi. Avrebbero dovuto protestare il giorno stesso in cui mi sono assegnata quel fascicolo, invece andava bene a tutti - prosegue -. Ci siamo sempre reciprocamente aiutati, ma prima di ora nessuno ha avuto nulla da contestare. C’è un ruolo arretrato dal 2017, ho lavorato per quattro mesi 10 ore al giorno. E nemmeno la procura, a cui le tabelle sono note, ha mai avuto nulla da ridire». Ma non solo: dal provvedimento di non convalida alla contestazione sul suo operato sono passati sette giorni senza che nessuno, tra procura della Repubblica, procura generale, Tribunale e avvocati, protestasse. Chi ha sollevato, dunque, il problema? Quanto riferito da Banci Buonamici in Consiglio giudiziario è secretato e la stessa non vuole scendere nei dettagli. Ma nella mail del pg Saluzzo, letta dal pg in Consiglio giudiziario su richiesta di Banci Buonamici, «vengono espresse critiche sul mio operato», sottolinea. Saluzzo, nel corso di diverse uscite pubbliche, ha più volte evidenziato di non aver alcun potere di intervento sul presidente del Tribunale né alcun interesse a farlo. Ma ciò che sarebbe stato contestato alla gip è l’atteggiamento «duro», tenuto nel corso dell’udienza di convalida nei confronti del pm, comprese le critiche mosse all’impostazione delle indagini. «Nella mail erano contenute segnalazioni di comportamenti asseritamente scorretti che io avrei tenuto in udienza di convalida - sottolinea la giudice -. Comportamenti che io nego categoricamente. La discussione sarà stata anche accesa, ma sono dinamiche processuali davvero molto frequenti. Ho sempre avuto un ottimo rapporto con la dottoressa Olimpia Bossi (procuratrice di Verbania, ndr), per quattro anni abbiamo collaborato in tranquillità, non avevo alcun pregiudizio. Certamente ero molto critica nei confronti delle indagini, ma l’ho scritto nel mio provvedimento. Se questo non va bene ci sono gli strumenti processuali appositi per contestarlo, ma mi sembra che contro la non convalida non sia stato fatto alcun ricorso in Cassazione. Io 96 ore in carcere non le auguro a nessuno. Prima di fermare una persona ho imparato che ci si deve pensare bene». Il Consiglio giudiziario A far discutere è anche la scelta di Saluzzo di intervenire e votare nel corso della riunione del Consiglio giudiziario di Torino. E ciò in quanto parte in causa, date le polemiche sul contenuto della sua mail. Secondo l’articolo 15 del regolamento del Consiglio giudiziario di Torino, infatti, «i componenti che dichiarano di astenersi dalla trattazione di un argomento per ragioni di incompatibilità od opportunità non partecipano alla discussione ed alla votazione e devono allontanarsi dalla sala di riunione». Il Consiglio ha espresso parere negativo sulla sostituzione della giudice, ma nel corso della riunione lo stesso pg ha chiesto una rettifica al parere, ottenendo all’unanimità un’integrazione: la legittimità, in capo al presidente del Tribunale, di sostituire la giudice. E se errore c’è stato, secondo Saluzzo, lo stesso starebbe nella scelta della sostituta: la titolare naturale del fascicolo sarebbe stata, infatti, Palomba e non Ceriotti. Ora la palla passa al Csm, mentre a Verbania si attendono ancora i commissari inviati dalla ministra Marta Cartabia. Intanto il presidente della Camera penale, Gabriele Pipicelli, chiede a Saluzzo di rendere pubblica la mail: «Se la missiva è semplicemente quella di cui parla il pg, la metta a disposizione di tutti i giornalisti e chiudiamo la faccenda. Vogliamo solo fare chiarezza».