Che il complottismo demenziale animi lo spirito dei tempi non stupisce più di tanto, alimentato e moltiplicato dalla rete, incubatrice di paranoiche visioni e leggende metropolitane, esso offre rifugio e conforto alle frustrazioni di tutti noi fornendo risposte pronte a qualsiasi quesito.Cedere alle lusinghe intellettuali delle sirene cospirazioniste è una tendenza molto umana, incarnata dal cosiddetto popolo del web, autore collettivo delle più strampalate teorie su congiure, misteri e diaboliche macchinazioni. Una letteratura dal basso che come un telefono senza fili passa di bocca in bocca. Fa però molta più impressione quando il complotto viene agitato e avallato dalle autorità; personaggi politici, ufficiali di polizia, e immaginifici procuratori della repubblica. Ci sono in tal senso pagine della nostra storia costantemente annebbiate dal morboso retropensiero complottista, con la sua fanatica ricerca della verità, sempre e immancabilmente diversa da quella ufficiale. Una di queste riguarda la controstoria del sequestro e dellomicidio di Aldo Moro nutrita dalle lisergiche pubblicazioni dellex senatore Sergio Flamigni (già membro della Commissione parlamentare dinchiesta) che da decenni insegue le ipotesi più pittoresche su quella tragedia, evocando trame oscure, intelligence deviate e connivenze politiche nel tentativo di far passare le Brigate Rosse come una succursale dei servizi segreti. Suggestioni che non hanno mai avuto lo straccio di un riscontro nella realtà, ispirando per lo più la schiera dei dietrologi in servizio permanente e filmacci come lineffabile Piazza delle cinque lune del sovranista Rrenzo Martinelli, ma evidentemente hanno estimatori anche nel variegato mondo delle toghe. Quel che è accaduto a Paolo Persichetti, ex membro delle Br-Ucc (ha scontato una condanna di 22 anni di reclusione per concorso morale dellomicidio del generale Licio Giorgieri). Oggi uomo libero e ricercatore storico, è un caso emblematico di questo inesauribile filone. Almeno dieci agenti della Digos della Polizia postale gli sono piombati in casa di prima mattina e, per unintera giornata, hanno rovistato tra i suoi archivi, sequestrando computer, telefono, tablet, hard disk, pendrive, fotocamere, quaderni, appunti e le bozze di un saggio che avrebbe dovuto essere pubblicato nei prossimi mesi. Si sono portati via persino i certificati e referti medici che appartengono al figlio disabile. Persichetti, che sul caso Moro ha pubblicato diversi libri spesso polemici con le sommarie supposizioni della Commissione dinchiesta, è ufficialmente indagato per un reato gravissimo: associazione sovversiva finalizzata al terrorismo e favoreggiamento. E per aver diffuso documenti riservati «acquisiti e/o elaborati dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul sequestro e l'omicidio di Aldo Moro», come recita lordinanza del sostituto Eugenio Albamonte. Secondo la procura di Roma farebbe parte di unorganizzazione attiva dal 2015 volta a realizzare un indefinito disegno terrorista di cui «non si conoscono ancora il nome, i programmi, i testi e proclami pubblici e soprattutto le azioni concrete», scrive lo stesso Persichetti in un intervento sul suo sito web Insorgenze, in cui racconta la surreale violenza con cui gli hanno portato via anni di ricerca storica, lirruzione, brutale nella sua vita privata. «Oggi sono un uomo nudo, non ho più il mio archivio costruito con anni di paziente e duro lavoro, raccolto studiando i fondi presenti presso lArchivio centrale dello Stato, lArchivio storico del senato, la Biblioteca della Camera dei deputati, la Biblioteca Caetani, lEmeroteca di Stato, lArchivio della Corte dappello e ancora ricavato da una quotidiana raccolta delle fonti aperte, dei portali istituzionali, arricchito da testimonianze orali, esperienze di vita, percorsi», continua Persichetti, tuonando contro la doppiezza e la malafede dei suoi accusatori. Perché lo scopo dellindagine non è certo smantellare un organizzazione criminale che non cè, quello è soltanto un artificio giuridico per far scattare larticolo 270 bis del codice penale sullassociazione con finalità di terrorismo o di eversione dellordine democratico. Uno strumento speciale che autorizza limpiego di metodi di indagine invasivi figli della legislazione di emergenza che limitano il diritto alla difesa e le tutele degli indagati. Lobiettivo della procura è chiaramente il lavoro storico di Persichetti, tutto incentrato nella minuziosa ricerca sul periodo degli anni 70, anche per contrastare e le sue eterne fake news che regolarmente aleggiano attorno alla vicenda Moro (dal covo di via Gradoli che sarebbe appartenuto al Sisde, alla grottesca circostanza della scopa nella vasca da bagno al ruolo ambiguo di Mario Moretti)Ma cè chi non si rassegna, forse per narcisismo intellettuale, forse per sincere manie di protagonismo e continua a rovistare nel pozzo senza fondo del complottismo. Sempre la procura di Roma, in uninchiesta parallela, ha fatto prelevare lo scorso marzo un campione di Dna ad una decina di persone tra cui l'ex br Giovanni Senzani e Paolo Baschieri per confrontare il codice genetico con quello presente sui mozziconi di sigarette trovati in una delle auto utilizzate il 16 marzo del 1978 per sequestrare il presidente della Dc.