«Negli istituti penali per minorenni leducazione è tutto. Se è vero che nella nostra Costituzione, pena ed educazione sono sempre un binomio inscindibile, ciò è ancor più vero quando la pena riguarda ragazze e ragazzi minorenni o giovani adulti. Per questo trovo che le borse di studio offerte dalla Luiss e i programmi di summer school che coinvolgono anche i ragazzi degli istituti penali siano davvero una occasione straordinaria: un modello esemplare da replicare su larga scala». Lo ha detto il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, inviando un messaggio scritto alla cerimonia conclusiva della quarta edizione del progetto "Legalità e Merito nelle scuole", iniziativa ideata dalla vicepresidente Luiss, Paola Severino, per promuovere la cultura dellanticorruzione ed il rispetto delle regole tra i più giovani. «Approfitto - ha sottolineato - della presenza dei colleghi Patrizio Bianchi e Cristina Messa per lanciare uno spunto di riflessione e di lavoro: forse in questo ambito, il ministero della Giustizia, quello dellIstruzione e quello dellUniversità potrebbero collaborare più strettamente per offrire reali possibilità ai ragazzi che sono entrati in un circuito penale. Se la finalità rieducativa della pena di cui parla lart. 27 della Costituzione non diviene per i più giovani una effettiva possibilità di scrivere una nuova pagina della loro esistenza, come potrebbe diventarlo per tutti gli altri? In questo anno di pandemia - ha osservato ancora Cartabia - i ragazzi ospiti degli istituti penali per i minorenni hanno sofferto enormemente lisolamento. Così come lo hanno sofferto gli operatori e gli educatori, nonché le forze dellordine che stanno loro accanto quotidianamente. Ora che il piano delle vaccinazioni prosegue alacremente e i contagi allentano la morsa, occorre al più presto riprendere le attività sociali e le attività formative anche in presenza. Occorre ripartire con un nuovo slancio. E forse provare a immaginarci qualche forma di sinergia nuova, più creativa, più innovativa per contribuire alla cultura della legalità attraverso leducazione e la formazione». «Questo - aggiunge - deve valere anche in unottica di prevenzione per quei ragazzi che non sono in circuiti penali, ma vivono a volte prigionieri di un contesto, che impedisce loro di respirare "il fresco profumo della libertà", per citare una celebre espressione di Paolo Borsellino. In queste zone - prosegue Cartabia - dove la logica dellindifferenza e della complicità ha radici profonde e diffuse, difficili da estirpare, spesso sono stati straordinari maestri a cambiare la traiettoria di giovani vite a rischio. Vite, pericolosamente risucchiate dalla cultura del malaffare e non di rado dallassenza di speranza. E mi turba ogni volta notare letà, sempre più bassa, di tanti arresti in indagini per camorra, mafia, ndrangheta. Come mi turba leggere i tassi di dispersione scolastica in quelle stesse aree dove i clan allignano con più ostinazione». «In queste realtà, lo sappiamo bene, la distanza fisica dalla scuola o da preziosi percorsi di legalità durante la pandemia, ha avuto un impatto ancor peggiore che altrove. Ha allontanato a volte la stessa fiducia nei giovani. E allora proprio da qui - conclude Cartabia - da questi ragazzi, dobbiamo ripartire ora, come giustamente ha scelto di fare il progetto "Legalità e Merito", supportando comunità scolastiche di aree più esposte. Questo binomio può aprire un orizzonte diverso, di luminosità, di bellezza e rinnovata speranza, anche laddove pure il cielo a volte sembra più plumbeo».