Senatore Quagliariello, da dove arriva la necessità di dare vita a Coraggio Italia?

Dall’inizio della legislatura diciamo che all’interno del centrodestra c’è uno squilibrio tra la destra e l’area centrale. A questo squilibrio si doveva porre rimedio lavorando dal basso, creando una forza che rimettesse in moto quest’area politica.

In che modo pensate di farlo?

Sia riuscendo a veicolare delle idee, sia costruendo una forma partito adeguata a questi tempi, aperta e inclusiva. Che non sia il partito novecentesco ma che non sia nemmeno uno spazio privato. Questa è la ragione per la quale io avevo fondato un piccolo movimento che si chiamava Idea che poi si è unificato con Cambiamo di Toti. Avevamo già formato componenti sia alla Camera che al Senato. Non volevamo costruire un partitino ma far partire un processo.

Poi c’è stata l’accelerata…

A un certo punto alcuni parlamentari, gran parte ma non tutti provenienti da Forza Italia, ci hanno detto che volevano partecipare al processo. Noi ci siamo limitati a portare avanti questo programma esplicito che pensiamo da tempo.

Provocando l’ira degli azzurri, che hanno detto di non sedersi al tavolo con voi...

Quella di FI è una risposta molto difensiva, che implica una visione di partiti immobili. Noi dovremmo cercare invece di avere una coalizione dinamica. La formazione non è stata fatta contro FI, soprattutto nelle intenzioni. Anzi abbiamo detto a FI di mettersi in gioco ma la loro risposta fa trasparire un po’ di debolezza. Tuttavia mi auguro che ci ripensino, anche perché questa operazione rafforza la colazione, non la indebolisce.

Altri forzisti, come Elio Vito, vi hanno fatto gli auguri facendo notare però che i gruppi si formano dopo le elezioni e non a legislatura in corso. Ha ragione?

È un ragionamento che ha dei tratti di verità, ma è molto burocratico. In realtà il problema è che sta cambiando il mondo. La pandemia ha sconvolto tutto e anche la politica. Come fa una coalizione di centrodestra e in particolare un’area liberale a essere adeguata alle nuove esigenze e candidarsi a governare? È questo l’interrogativo con il quale ci si deve confrontare. Se poi vogliamo limitarci a metodi da burocrazia asburgica magari le obiezioni hanno anche senso…

La deputata forzista Fitzgerald figura tra i fondatori di Coraggio Italia ma si è tirata indietro dal Gruppo, mentre la deputata Piccolo della Lega è nel Gruppo ma Salvini dice di no. Ci aiuta a risolvere questi gialli?

Guardi, non me ne occupo e non le so dire come stanno le cose. Faccio notare tuttavia che abbiamo unito le forze di Idea- Cambiamo in questo ordine, ma ho l’impressione che se invertissimo i termini in “cambiamo idea” diventeremmo quasi un Gruppo maggioritario nei due rami del Parlamento. A parte l’ironia, contiamo di formare presto un Gruppo anche in Senato.

Quali sono i prossimi passi?

Vogliamo rimanere nella coalizione di centrodestra rappresentando la parte liberale e moderata della coalizione. Vogliamo un processo costituente aperto a tutti con due commissioni: una si occuperà di organizzazione e un’altra di idee e programmi. Se ci saranno documenti votati dai 4/ 5 allora passeremo dalla fase di promozione a quella costituente. È un processo chiaramente aperto e inclusivo.

Come giudica le scuse di Di Maio nei confronti dell’ex sindaco di Lodi?

Le istituzioni educano, ora vediamo se questa educazione sia una buona educazione. La cosa importante è il rispetto della persona. Poi i toni possono anche essere aspri ed è una caratteristica della politica.

Come vi porrete nei confronti del governo Draghi e delle riforme, in primis quella della Giustizia?

Crediamo che questa sia l’occasione per portare a compimento le riforme. Quello che non siamo riusciti a fare per virtù forse potremmo farlo per necessità. È un’occasione da non perdere.

Riuscirete a recuperare il rapporto con Forza Italia?

Se FI vuol partecipare a questo processo le porte sono aperte, basta che ci si intenda sul fatto che sia un processo aperto che parte dal basso. Forza Italia preferisce far valere la sua natura di partito già formato. Questo è legittimo ma è importante che non pretenda che ci fermiamo. Ritengo anche se FI dovesse aderire a questo percorso, per la storia e la forza che ha dovrebbe avere un ruolo preminente.

Ci sarà competizione tra Toti e Brugnaro?

Credo che si sia una complementarietà di ruoli. Avere due leader è una ricchezza ma la vera sfida di oggi è avere una classe dirigente all’altezza.