La procura di Roma ha aperto una indagine dopo la denuncia presentata dalla presidente del Senato, Elisabetta Casellati, per una serie di lettere anonime ricevute nei giorni scorsi seguite da messaggi con minacce di morte pubblicati sui social. I pm di piazzale Clodio indagano per il reato di minacce aggravate. L'escalation di odio via social ha interessato anche anche il Capo dello Stato. L11 marzo scorso per il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ci furono perquisizioni da parte della Polizia della Digos in varie città italiane nellambito di uninchiesta della Procura di Roma. Lindagine, coordinata dal Procuratore di Roma Michele Prestipino, ipotizza il reato di offesa allonore e al prestigio del capo dello Stato. Tra le offese che ricevette Mattarella: «Armiamoci e andiamo ad ammazzare quel figlio di Troia», «ti auguro di morire male», «non vedo lora che ci sia il tuo funerale», «pezzo di m. ti voglio vedere morto». Mentre tra i tweet che minacciano di morte la Presidente del Senato troviamo frasi come: «Ammazziamo la Casellati» oppure «Uccidere la Casellati». Nel mese di maggio la seconda carica dello Stato ha ricevuto anche lettere minatorie, con ingiurie, minacce e ritagli di stampa sulla vicenda relativa ai voli di Stato. «La mia solidarietà al presidente Casellati per le vili minacce ricevute. Il linguaggio dodio in ogni sua forma va sempre condannato con forza da parte di politica e istituzioni», ha commentato il presidente della Camera dei deputati Roberto Fico in una nota. Solidarietà bipartisan da esponenti politici di tutti i partiti, dalla Lega al Pd, e dallo stesso Mattarella che, a quanto si apprende, avrebbe telefonato alla presidente del Senato per esprimerle la propria vicinanza. «Ho sentito lamica Elisabetta Alberti Casellati per esprimerle la mia affettuosa vicinanza perché purtroppo conosco bene largomento. Sono certa che questi anonimi vigliacchi, messaggeri di morte, non resteranno impuniti. So che è una donna forte e non si farà intimidire», afferma la Senatrice a vita Liliana Segre, Presidente della Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione allodio e alla violenza. «Tutto il mondo politico deve sentire la responsabilità di unirsi per difendere la civiltà dei rapporti - prosegue Liliana Segre - il rispetto verso le donne che in ruoli diversi si impegnano nella vita pubblica, il rispetto verso le istituzioni».