«Mi sembra una dichiarazione dal contenuto semplicemente incredibile», afferma Alessio Lanzi, professore di Diritto penale all’università di Milano Bicocca e attualmente laico, indicato da Forza Italia, al Consiglio superiore della magistratura, a proposito delle dichiarazioni rilasciate dal presidente della commissione parlamentare Antimafia Nicola Morra secondo il quale «l’origine di tutti i mali è che un terzo dei componenti del Csm sia di nomina parlamentare». Un curioso tentativo, in effetti, di additare la politica persino in una cornice in cui emergono piuttosto le degenerazioni del correntismo all’interno della magistratura, dunque casomai della componente togata all’interno dell’organo di autogoverno. Le considerazioni di Morra vedono conteso il “titolo” di notizia del giorno, nel campo della magistratura, dalla richiesta di pensionamento anticipato che sarebbe in arrivo da parte di Giuseppe Creazzo, procuratore di Firenze che era fra i candidati alla nomina di capo dei pm di Roma, e che ora è sotto procedimento disciplinare a palazzo dei Marescialli per via di presunte molestie nei confronti di una collega, emerse dall’uso proceduralmente irrituale delle solite chat di Palamara. In ogni caso colpisce che un esponente del Movimento 5 Stelle come Morra riesca a vedere il “male assoluto” nella politica persino adesso che emerge in modo chiaro una grave crisi tutta interna all’ordine giudiziario. Dell’anatema scagliato dal vertice dell’Antimafia contro i laici del Csm chiediamo appunto a uno di quelli attualmente in carica, il professor Lanzi. Professore, cosa si sente di aggiungere alle affermazioni di Morra? Guardi, dico solo che la presenza dei laici, e quindi di professori e avvocati, al Csm consente il corretto esercizio dell’autogoverno della magistratura. Se non ci fossero i laici che tipo di Consiglio superiore avremmo? Il Csm sarebbe la fotocopia dell’Associazione nazionale magistrati. Con in più i poteri di gestione delle toghe in tema di nomine e sotto il profilo disciplinare. Il tutto, però, senza alcuna legittimazione costituzionale. Veda un po’ lei. Qual è il valore aggiunto dei laici? I laici sono i rappresentanti della società civile eletti dal Parlamento. Vorrei ricordare che l’autogoverno della magistratura è finalizzato all’interesse del corretto esercizio della giurisdizione. Quando si discute di autonomia e indipendenza della magistratura è questo il senso. Pensa che Morra non abbia ben presente questo carattere di garanzia che il Csm detiene? Il suo è un discorso molto semplicistico di chi evidentemente non conosce la Costituzione.Il presidente dell’Antimafia potrebbe risentire di un pregiudizio nei confronti degli avvocati?L’avvocato al Csm, ripeto, è un professionista di area culturale designato dal Parlamento, è un rappresentate della società civile. Il Csm gestisce la magistratura nell’interesse della cittadinanza, non dei magistrati. Bisognerebbe pensare sempre che l’interesse da tutelare è quello dei cittadini, insomma. Esatto. Il Csm, tutelando l’interesse dell’amministrazione della giustizia, consente che la cittadinanza abbia una giustizia come si deve. Non mi stancherò mai di ripetere che il Csm non deve essere autoreferenziale, non è una corporazione. D’altronde i laici sembrano essere rimasti fuori, in questi mesi, dalle polemiche sulle nomine e sugli incarichi. Certo: nelle ormai celebri chat del dottor Luca Palamara non c’è un laico. Ci sono sempre e soltanto magistrati. Se non ci fossero i laici il correntismo dilagherebbe.Morra avrebbe incontrato l’ex consigliere del Csm Piercamillo Davigo vicino alla tromba delle scale di Palazzo dei Marescialli...L’episodio si commenta da sé.