La Giunta esecutiva centrale dell’Anm esprime il proprio «dissenso» rispetto all’accusa rivolta dal gruppo di Articolo 101 al presidente Giuseppe Santalucia «di aver mirato ad "insabbiare", "eludere", "rallentare" l’attività di disvelamento che sta svolgendo in totale autonomia il collegio dei probiviri» sulle chat estrapolate dal telefono di Luca Palamara nell’ambito delle intercettazioni dell’inchiesta di Perugia sul caso procure. La Giunta, dunque, «prende atto» che il presidente Santalucia «si è assunto l’esclusiva paternità delle decisioni in ordine al rilascio di copie di atti e all’oscuramento di parti di essi, ritenendole afferenti alle sue prerogative di titolare del trattamento dei dati» ed evidenzia che «l’insorta questione in ordine all’applicazione della disciplina sulla privacy, rivestendo carattere di novità nella vita dell’associazione, richiederà un dibattito nel comitato direttivo centrale esteso anche alle modalità del raccordo informativo tra Collegio dei probiviri e organi interni all’associazione». La Giunta quindi, confermando la «fiducia» al presidente Giuseppe Santalucia, intende «proseguire l’azione associativa secondo le linee programmatiche approvate, nella rinnovata consapevolezza dell’importanza del metodo della collegialità e del confronto tra tutti i componenti». Il presidente del sindacato delle toghe aveva espresso «forte indignazione per le gratuite e infondate accuse, gravemente offensive anche della mia professionalità e credibilità personale, che mi vengono mosse». «Il mio comportamento – aveva spiegato Santalucia – è stato sempre ispirato al massimo rispetto dello Statuto dell’Associazione, delle leggi, degli atti normativi sovranazionali, delle indicazioni del Garante per la protezione dei dati personali, oltre che della piena autonomia del collegio dei probiviri e del suo lavoro. Grazie al mio impegno, in linea con quello della Giunta esecutiva precedente, il collegio dei probiviri è stato posto nelle migliori condizioni per operare».