Palermo, 3 apr. (Adnkronos) - "Quello che è successo è una grave lesione dei diritti della difesa. E' uno schiaffo al diritto in generale ma in particolare al diritto di difesa. Non lasceremo correre, né io né la collega Serena Romano". A dirlo all'Adnkronos è l'avvocato Michele Calantrapo, uno dei legali intercettati con la giornalista Nancy Porsia nell'ambito dell'inchiesta di Trapani sulle ong. "La norma è chiara - spiega - l'articolo 103 del Codice di procedura penale non ammette deroghe". "Mi lascia davvero perplesso questo modus operandi - spiega - non è pensabile che in uno stato diritti, i diritti della difesa vengano minati in questo modo. I magistrati hanno intercettati anche i miei interpreti in un processo a Palermo in cui difendevo un imputato", accusato di traffico di esseri umani ma poi assolto. "C'è qualcosa che non funziona - dice il legale - non si può consentire un fatto del genere. E' veramente brutto, non me lo aspetto da persone come il Procuratore Agnello. Ho delle sane perplessità. E l'intervista che Agnello ha fatto (con l'Adnkronos ndr) non me le ha sopite. Anzi". "Il Procuratore dice che quelle intercettazioni non verranno inserite nella informativa - spiega - ma il problema è che quelle intercettazioni non possono essere trascritte nei brogliacci, non è un problema di non utilizzo". "E' vietato - spiega - hanno fatto degli errori. Che poi bisogna vedere cosa vuole dire non usarli. La mia non era una conversazione privata, ma era la conversazione tra un avvocato nell'esercizio delle sue funzioni e una potenziale consulente di un mio processo".