Giornalisti intercettati dalla Procura di Trapani durante colloqui con le loro fonti riservate, in un caso anche durante una conversazione tra una giornalista, Nancy Porsia, e la sua avvocata Alessandra Ballerini. La bomba la lancia Domani e la Federazione nazionale della stampa italiana reagisce. «Non spetta a noi emettere sentenze, ma riteniamo opportuno che le autorità di garanzia chiedano chiarimenti e li rendano pubblici - spiegano la Federazione e il suo presidente, Beppe Giulietti - forniremo alle colleghe e ai colleghi ogni supporto e sosterremo tutte le iniziative che intenderanno promuovere». Linchiesta è quella sulle Ong che operano nel Mediterraneo, e nelle intercettazioni sono finiti giornalisti che tutti i giorni si occupano di Libia e migrazioni, come Nello Scavo, Francesca Mannocchi, Antonio Massari, Sergio Scandura e, appunto, Nancy Porsia. «Chi e perché ha disposto tali misure? Si volevano scoprire le fonti, violando il segreto professionale? - si chiede la Fnsi - A che titolo sono state trascritte le intercettazioni relative ai colloqui tra la cronista Nancy Porsia e la sua legale Alessandra Ballerini? Perché, particolare ancora più inquietante, sono stati trascritti brani relativi alle indagini su Giulio Regeni?». Un fatto grave che ha avuto ripercussioni sul mondo politico, con Peppe Provenzano, vicesegretario del Partito democratico, che parla di «violazione gravissima della libertà di stampa». Nicola Fratoianni, deputato e segretario nazionale di Sinistra Italiana, è pronto a presentare uninterrogazione parlamentare. «Che durante le tante, troppe inchieste su quelle Ong che salvano vite in mezzo al Mediterraneo, siano stati illecitamente intercettati giornalisti ed avvocati, che siano state rivelate fonti tutelate dal segreto professionale e sia state rese note informazioni personali e delicatissime, è assolutamente inquietante e inaccettabile - ha spiegato Fratoianni - Ne dovranno rispondere i ministri dellInterno dellepoca e chi lo ha permesso. Anche le ministre Cartabia e Lamorgese dovranno spiegare al Parlamento se si continua ancora con questi comportamenti». Va oltre Primo Di Nicola, senatore del Movimento 5 Stelle. «Tutti sanno che la tutela delle fonti è un fondamento del giornalismo, soprattutto di quello dinchiesta. A questo proposito, voglio aggiungere che proprio per tutelare fino in fondo il segreto professionale, ho presentato anche un disegno di legge». I giornalisti coinvolti si dicono «scossi ma non sorpresi», perché «cè un enorme problema di democrazia». Mannocchi spiega che «tutto quello che abbiamo fatto per testimoniare quella rotta di mare lo abbiamo fatto sempre all'interno dei confini legali e deontologici» mentre per Scavo «nessuno di noi reporter intercettati ha commesso niente di illecito, abbiamo fatto bene il nostro lavoro parlando con le fonti».