Intervenendo sulla sua pagina Facebook Alessandro Di Battista rispolvera un suo antico cavallo di battaglia che sembra uscito dritto dritto dal Ventennio: presentare i politici in tv con i sottopancia delle loro precedenti condanne penali. Un'idea che farebbe sorridere per quanto sia stupida e incivile, ma che Dibba difende con fierezza. «Qualche anno fa avanzai una proposta alla RAI: scrivere nei sottopancia che descrivono i politici ospiti in TV, oltre alle loro cariche, i carichi pendenti e le eventuali condanne. Esempio? “Stasera abbiamo ospite Roberto Formigoni” e subito compare in sovrimpressione la scritta: “ex-Presidente della Regione Lombardia, condannato a 5 anni e 10 mesi di carcere per corruzione”. Logico no? Un completamento del servizio pubblico. Come a dire, se proprio intendete invitarli almeno dite quel che di veramente grave hanno fatto!».
Difendendo poi l'amico Andrea Scanzi sull'annosa polemica del vaccino preso di straforo, condannando -giustamente- le «manganellate» subite dal giornalista del Fatto, Di Battista nella riga successiva impugna schizofrenicamente il manganello e attacca il direttore del Giornale Alessandro Sallusti con elegantissima allussione sessista all'ex compagna Daniela Santanché: «Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale, nel 2012 è finito agli arresti domiciliari per via di una condanna a 14 mesi di detenzione per diffamazione. Sul suo giornale venne diffamato un giudice e lui pagò in quanto direttore. Sallusti scontò la pena in casa insieme alla sua compagna di allora, l'attuale senatrice di Fratelli d'Italia Daniela Santanchè. Sallusti, per amor di verità, chiese più volte di poter scontare la pena in carcere e non ai domiciliari. Come dargli torto, data la compagnia domestica». Poi l'inquietante chiosa filosofica del nostro: «Il punto è che il “castigo etico” dovrebbe valere per tutti».