Roma, 30 mar. (Adnkronos) - Organizzavano sequestri di persona all’estero, in alcuni casi in accordo con i rapiti almeno nella fase iniziale, mettendo in atto vere e proprie truffe. A finire in carcere con l’accusa di sequestro con finalità di terrorismo una banda composta da tre uomini, due albanesi Fredi Frrokaj e Olsi Mitraj e l’italiano Alberto Zanini. Dall’inchiesta della Procura di Roma, condotta dal pm Sergio Colaiocco e coordinata dal procuratore capo Michele Prestipino, e’ emerso che i tre proposero a due imprenditori bresciani di simulare un sequestro di persona. Uno di loro Alessandro Sandrini, scomparso in Turchia nell’ottobre del 2016 e liberato nel maggio del 2019, e’ ora indagato per simulazione di reato e truffa mentre un altro imprenditore, sempre del bresciano, che all’ultimo minuto non si presento’ in aeroporto a Orio al Serio per la partenza, e’ in corso di identificazione. Nel procedimento si cita anche un altro caso, quello del rapimento di Sergio Zanotti, non indagato, dove la banda indusse l’uomo a recarsi ad Antiochia in Turchia per acquistare dinari iracheni fuori corso e da li’ scatto’ il sequestro. Sia Sandrini che Zanotti dalla Turchia, secondo quanto emerso dalle indagini di Ros e Sco, furono poi trasferiti in Siria e consegnati ad un gruppo della galassia jihadista legato ad Al Qaeda. Nel capo di imputazione si legge che Fredi Frrokaj, Olsi Mitraj e l’italiano Alberto Zanini, “in concorso tra loro e con altri soggetti rimasti ignoti operanti in Italia, Turchia e Siria, questi ultimi aderenti e comunque riconducibili alla galassia jihadista” proponeva a Sandrini di recarsi in Turchia “al fine di simulare un sequestro di persona” ma una volta li’ “ lo privavano effettivamente della libertà personale e poi lo conducevano contro la sua volonta’ in Siria consegnandolo successivamente al Turkestan Islamic Part, gruppo che si richiama ad Al Qaeda”.