Covid al 41 bis di Parma. Per ora risultano 4 detenuti reclusi al carcere duro ad essere positivi, di cui uno è sintomatico. A confermare a Il Dubbio la vicenda è il garante locale dei detenuti Roberto Cavalieri. Risultano infetti almeno 16 agenti dei Gom, il gruppo operativo mobile specializzato al servizio di custodia dei detenuti sottoposti al regime differenziato. C’è enorme preoccupazione, anche perché il 41 bis del carcere parmense è pieno di persone vecchie e con pluri patologie. Ricordiamo che fino a poco tempo fa era recluso Raffaele Cutolo, gravemente malato, poi deceduto. Proprio a lui, nel mese di maggio, il magistrato di sorveglianza gli rigettò l’istanza per la detenzione domiciliare. Tra le motivazioni del rigetto, anche la mancanza di rischio contagio. Al 41 bis di Opera c'è scappato il morto In realtà, i fatti dimostrano che anche il 41 bis non è immune dal virus. Lo abbiamo a novembre scorso con i casi di Covid nei 41 bis del carcere milanese di Opera. Ricordiamo che c’è scappato anche il morto. A dicembre è morto 78enne Salvatore Genovese, detenuto al 41 bis a Opera e ricoverato in ospedale per complicazioni dovuto dal Covid 19. Era cardiopatico, già operato di tumore e con i polmoni malandati. Come ci raccontò il suo avvocato Paolo Di Fresco, circa 10 giorni prima che ha contratto il virus, si è visto respingere l’istanza per la detenzione domiciliare. Per il giudice stava al sicuro, curato e non esposto al contagio visto il regime di isolamento. I fatti hanno smentito tutto ciò. Ma com’è possibile che il Covid entri al 41 bis? Lo aveva spiegato molto bene il giudice di sorveglianza di Sassari Riccardo De Vito, quando in un provvedimento lungo otto pagine aveva disposto la detenzione domiciliare per Pasquale Zagaria, malato di tumore al 41 bis, sottolineando tra le altre cose che «sotto questo profilo occorre rilevare che benché il detenuto sia sottoposto a regime differenziato e dunque allocato in cella singola, ben potrebbe essere esposto a contagio in tutti i casi di contatto con personale della polizia penitenziaria e degli staff civili che ogni giorno entrano ed escono dal carcere». Al 41 bis di Parma 49 detenuti si 62 sono a rischio Ma ora tocca ai 41 bis del carcere di Parma, dove la tensione è massima. La situazione sanitaria, infatti, è complessa perché su 62 detenuti al 41 bis ben 49 sono da considerare a rischio per l’età e le numerose patologie (neoplasie, trapianti d’organo, cardiopatie severe e diabete). La popolazione detenuta a Parma si caratterizza anche per altri dati importanti che connotano la struttura come complessa e critica: 36 detenuti sono costretti all’uso della carrozzina per deambulare e 50 sono non autosufficienti. Per ciascun detenuto recluso a Parma sono state diagnosticate in media dalle 4 o alle 5 patologie. L’incidenza maggiore è al carcere duro, dove oramai Covid al 41 bis di Parma è riuscito a varcare le porte blindate.