Palermo, 15 mar. (Adnkronos) - (Ripetizione da altra categoria) "Noi ci torneremo in quelle acque internazionali, non ci importa se il Governo ci sconsiglia 'fortemente' di andare. Non andiamo a rubare né a fare contrabbando, ma facciamo solo il nostro lavoro per vivere. E non possiamo rischiare il sequestro solo perché stiamo lavorando". Lo ha detto all'Adnkronos Pietro Marrone, il Comandante del peschereccio Medinea, che è stato sequestrato per oltre cento giorni dalle autorità della Cirenaica insieme con un altro peschereccio, 'Antartide'. Marrone non accetta l'altolà arrivato da fonti di governo per evitare che possa ripetersi quanto già accaduto a settembre con il sequestro dei 18 uomini dell'equipaggio delle due imbarcazioni. "Se il governo dice così vuol dire che siamo in guerra... - dice Marrone - se dicono che non bisogna avvicinarsi vuol dire che si è in guerra, lo dicano chiaramente". E poi spiega: "Non chiamatele acque libiche, perché sono acque internazionali...". "Noi andremo lo stesso - dice - Non mi arrendo, non me ne frega niente, ho già fatto di recente un viaggio di dieci giorni in zona, ma non abbiamo pescato molto perché la zona è scarsa di pesce. Quindi siamo costretti ad allontanarci".