«Il Consiglio di Stato ha deciso. Il seguace di Bannon deve lasciare la splendida abbazia di Trisulti, che non diventerà a questo punto la scuola dei sovranisti de noaltri, che ora al massimo potranno andare in qualche resort di Trump». Ad annunciarlo è il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, che in questi anni ha supportato, con interrogazioni parlamentari e partecipando alle varie marce, la protesta delle comunità locali contro la decisione di affidare ad unassociazione legata a Bannon lAbbazia di Trisulti in provincia di Frosinone, oggetto poi di inchieste giornalistiche e televisive. «Ora finalmente le comunità locali, le associazioni del territorio e lo Stato - prosegue il parlamentare della sinistra - potranno valorizzare questo splendido tesoro del passato nellinteresse della collettività. Grazie a coloro che non si sono arresi in questi anni, al cui fianco abbiamo combattuto in questi anni, in Parlamento e nelle strade di fronte ad unassociazione che non aveva i requisiti per poter prendere possesso di un tale bene. Sono loro che oggi vincono questa battaglia riaffermando la centralità del bene comune e della legalità». «Ora mi aspetto - conclude Fratoianni - che si faccia luce sui troppi aspetti oscuri della vicenda. Intanto festeggiamo». A quota 825 metri sul livello del mare nel territorio del comune di Trisulti, lì, nella millenaria Certosa che ormai si apprestava a rimanere disabitata data la vetusta età degli ultimi due monaci che la abitavano, e dove si trova la farmacia più antica dEuropa, la Dhi - Dignitatis Humanae Institute, riconducibile a Stephen Bannon, guru dellultradestra americana, aveva in progetto di realizzare una scuola di politica sovranista. Con decreto del 16 giugno 2017 il segretariato generale del ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo aveva approvato la graduatoria della selezione per laffidamento in concessione della Certosa di Trisulti nel comune di Trivigliano in favore dellassociazione Dignitatis umane institute. Un provvedimento che sollevò le associazioni che ne fecero un caso politico. Per questo, con un altro decreto ministeriale, il 16 ottobre 2019, è stato annullato quello relativo allaffidamento, e da lì la Dhi, a fatto ricorso al Tar del Lazio che, il 26 maggio 2020 lo ha accolto riportando la vicenda al primo decreto ministeriale e, quindi, alla validità dellaffidamento. Le associazioni e lo stesso ministero non si sono dati per vinti e hanno fatto ricorso al Consiglio di stato che, questa mattina, ha dato loro ragione, annullando la sentenza del Tar chiedendo un nuovo giudizio in un procedimento a cui dovranno essere ammesse anche le associazioni.