Gli avvocati siciliani inseriti tra le categorie a rischio con priorità nel programma di vaccinazione. È quanto ha deciso la Regione, che ha per il momento diffuso la notizia attraverso una comunicazione informale resa pubblica dal Consiglio dell’ordine degli avvocati di Palermo, ma che a breve inoltrerà un documento ufficiale a tutti i Consigli dei quattro distretti di Corte d’appello dell’Isola. A farlo sapere è il presidente del Coa di Palermo, Giovanni Immordino, che ha avuto conferma della notizia dal vicepresidente della giunta Musumeci, Gaetano Armao, e l’assessore alla Salute, Ruggero Razza, entrambi avvocati.

«Sin dall’inizio della pandemia ed anche in pieno lockdown - ha commentato Immordino -, gli avvocati siciliani hanno continuato a lavorare, per svolgere la loro funzione sociale e garantire il pieno diritto di difesa. Hanno continuato ad andare in udienza, ad incontrare i clienti, a recarsi presso le case circondariali per assistere i detenuti. Tutto questo mettendo sempre a rischio la propria salute. Ringrazio il vicepresidente della Regione Gaetano Armao e l’assessore della Salute Ruggero Razza per la sensibilità dimostrata nell’accogliere la richiesta del Consiglio dell’Ordine di inserire gli avvocati tra le categorie a rischio per il piano di vaccinazione».

La richiesta era stata avanzata da tutti i Consigli degli ordini siciliani tramite l’Unione degli ordini forensi della Sicilia, con una lettera indirizzata al presidente Mario Draghi, al ministro della Salute Roberto Speranza e alla ministra della Giustizia Marta Cartabia, nota inviata anche al Cnf, a Cassa forense e Ocf. Nella missiva era stata sottolineata la necessità, nella predisposizione del piano di vaccinazione nazionale a carattere volontario, di assicurare «una corretta ed adeguata graduazione a tutti gli operatori della giurisdizione e tra essi alla classe forense, ponendoli alla stessa stregua del personale scolastico e delle forze armate, non potendo la Giustizia tollerare ulteriori ostacoli e condizionamenti al proprio regolare e corretto funzionamento, né i cittadini ingiustificabili limitazioni ai propri diritti». La Giustizia, hanno infatti evidenziato gli avvocati siciliani, va annoverata tra i servizi pubblici essenziali, «con particolare riferimento ai provvedimenti restrittivi della libertà personale ed a quelli cautelari ed urgenti, nonché ai processi penali con imputati in stato di detenzione». E così come afferma l’articolo 24 della Costituzione, «il diritto di difesa è inviolabile in ogni stato e grado del procedimento». Durante il periodo pandemico, hanno ricordato i presidenti degli Ordini, «gli avvocati non hanno mai cessato di prestare la propria attività professionale a favore e nell'interesse della collettività e per la tutela dei diritti dei cittadini, assicurando una assidua e costante assistenza nell'effettivo esercizio della giurisdizione nelle sue più disparate declinazioni». Motivo per cui appare necessario che avvocati, magistrati e amministrativi siano equiparati alle altre categorie ritenute prioritarie.