Lo ammettiamo: noi giornalisti siamo polemici, pretestuosi e spesso tendenziosi. Ma la notizia che Damiano Aliprandi ci racconta a pagina 12 del nostro giornale è incredibile.

Un magistrato della Repubblica italiana ha infatti vietato un libro di Marta Cartabia a un detenuto al 41bis perché la lettura ne «aumenterebbe il carisma criminale». Ora, i lettori del Dubbio sanno bene che Marta Cartabia è stata la presidente della Corte costituzionale, oltre a essere tra le pochissime personalità che il presidente Mattarella considera tra quelle alte “riserve della Repubblica” da mobilitare nel caso in cui la crisi politica non trovasse sbocchi, e dunque escludiamo nel modo più assoluto che un suo libro possa avere un effetto “criminogeno” sui detenuti. Forse al magistrato non deve essere piaciuto il passo in cui la presidente Cartabia afferma che «chi sbaglia può sempre correggersi: sicché come esigono i principi costituzionali, la pena deve guardare sempre al futuro». Ma in quel caso potrebbe essergli utile una rilettura della nostra Costituzione: il “manuale d’uso” che ogni attore della giurisdizione - magistrati inclusi - dovrebbe custodire sempre nel cassetto.