L’affaire vaccini tiene con il fiato sospeso l’Italia, ma anche gli altri paesi Ue. Ma a tenere banco è la Lombardia con accuse incrociate tra Roma e Milano sui dati dei contagi da Covid. La Lombardia sarebbe finita in zona rossa sulla base dei dati che la Regione ha inviato alla Cabina di Regia la settimana scorsa e che nelle ultime ore avrebbe rettificato. In base all'ultimo monitoraggio, la Lombardia ha un Rt medio a 0,82 ( 0,78- 0,87), il terzo più basso d'Italia. La settimana scorsa l'indice era all' 1,4, il secondo più alto del Paese. Da domani sono 14 le Regioni in area arancione. Con un'ordinanza il ministro della Salute Roberto Speranza conferma in area arancione Calabria, Emilia Romagna e Veneto. Restano in questa fascia anche Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria e Valle d'Aosta. Con le ultime ordinanze firmate oggi sono, inoltre, entrate in fascia arancione anche la Sardegna e la Lombardia, che prima erano rispettivamente in fascia gialla e rossa.

Ma a preoccupare sono i ritardi nella consegna dei vaccini anti Covid della Pfizer annunciata dal commissario Domenico Arcuri: «La prossima settimana avremo ancora il 20% di dosi in meno», con l’inevitabile conseguenza che «il ritardo nelle consegne - ha sottolineato Arcuri hanno ritardato la campagna fino ad arrivare alla somministrazione di 28mila dosi al giorno. Le dosi iniettate si sono ridotte dei 2/ 3 al giorno. Questa settimana abbiamo ricevuto il 29% di dosi in meno».

Occhi puntati, quindi, su Astra-Zeneca, che non ha ancora ottenuto l’autorizzazione dell’Ema per la distribuzione del suo vaccino anti- Covid in Ue, ma che, come scrive il Financial Times che cita diverse fonti Ue, ha già comunicato alla Commissione europea che saranno consegnate meno dosi iniziali di quanto programmata. Intanto l'Aifa raccomanda di non somministrare la seconda dose in caso di contagio dopo la prima, in quanto ' l'infezione stessa rappresenta un potente stimolo per il sistema immunitario che si somma a quello fornito dalla prima dose'.

In questo scenario poco rassicurante ieri si sono registrati 13.633 i nuovi casi di Covid in Italia, in lieve calo rispetto ai 14.078 del giorno precedente. I tamponi sono 264.728, 3mila meno, con il tasso di positività che però scende leggermente da 5,3% a 5,1%. Trend in lenta discesa confermato dunque, soprattutto se si considera che venerdì scorso, termine di paragone più attendibile, i casi erano oltre 16.100. Prosegue anche la riduzione dei ricoveri: le terapie intensive sono 28 in meno, con 144 ingressi del giorno, e scendono a 2.390, mentre i ricoveri ordinari calano di 354 unità, 21.691 in tutto. I decessi sono stati 472 rispetto ai 521 di giovedì, per un totale di 84.674 vittime. I casi totali da inizio epidemia sono 2.441.854. In netto aumento i guariti, 27.676 , per un totale di 1.855.127.

Gianni Rezza, direttore generale della prevenzione al ministero della Salute, sottolinea come «per la prima volta dopo 5 settimane di ascesa l'Rt tende a diminuire e si fissa di poco al di sotto di uno. Le misure di contenimento, le restrizioni hanno funzionato e bisogna pertanto continuare a mantenere dei comportamenti prudenti».