Riesplode, come previsto, l’emergenza Covid 19 nelle carceri. In realtà non è mai finita, il sovraffollamento persiste e c’è difficoltà nell’isolare i detenuti positivi. La gestione sanitaria all’interno dei penitenziari si fa sempre più ardua, e a rimetterci sono quei detenuti che hanno gravi patologie pregresse. Il tutto mentre il governo rimane inerme, accontentandosi delle insufficienti misure deflattive del decreto Ristori di recente convertito in legge. Per questo motivo, da lunedì prossimo, l’esponente del Partito Radicale Rita Bernardini riprende lo sciopero della fame. Non solo. Rita Bernardini non di ferma solo a questo. «Con la ripresa dello sciopero della fame – spiega l’esponente radicale - sarò tutti i giorni a passeggere avanti e indietro in via Arenula per ricordare (memento) al guardasigilli che per lui è un obbligo intervenire per interrompere i trattamenti inumani e degradanti dentro le carceri». La passeggiata la farà insieme alle personalità che la sostengono. «Per esempio – annuncia Rita Bernardini -, martedì ci sarà Sandro Veronesi e mercoledì Luigi Manconi. La cosa si svolgerà ogni giorno dalle 13 alle 14». A Rebibbia sono 60 i detenuti positivi al Covid La situazione, com’è detto, è grave. Abbiamo l’esempio del carcere romano di Rebibbia Nuovo Complesso che ha raggiunto ben 60 detenuti positivi al Covid. In sostanza sta accadendo che mentre fortunatamente si sono negativizzati i detenuti infettati precedentemente, nel contempo si positivizzano altri. Situazioni che possono avvenire nei luoghi chiusi e affollati. Interviene anche il garante regionale e coordinatore dei garanti territoriali Stefano Anastasìa, osservando che tutto questo c non avrà fine se non quando si provvederà a vaccinare l’intera comunità penitenziaria, dai poliziotti che operano quotidianamente nelle sezioni ai detenuti che ci vivono. «Francamente – denuncia sempre il garante Anastasìa - appare ogni giorno più imbarazzante il silenzio del ministro della Salute e del Commissario Covid di fronte ai ripetuti appelli alla revisione delle priorità vaccinali arrivati da autorevoli personalità come la senatrice a vita Liliana Segre e da istituzioni come il Garante nazionale e, da ultimo, l’altro ieri, il Consiglio regionale del Lazio, che si è espresso con un voto a larga maggioranza». Anastasìa osserva che non può esservi valutazione tecnico-scientifica che giustifichi il rinvio a luglio delle vaccinazioni per i detenuti. Ieri sera in conferenza stampa il commissario per l'emergenza Domenico Arcuri ha assicurato che «in questo momento è previsto che detenuti e personale carcerario possano completare la vaccinazione in un momento successivo a chi ha più di 80 anni». A Rebibbia c'è un detenuto paraplegico, invalido al 100% e senza mezzo polmone In tutto questo dramma, se n’è aggiunge un altro che riguarda sempre Rebibbia, dove c’è un detenuto del’79 paraplegico, invalido al 100 percento e senza mezzo polmone. Malattia gravissima, per la quale è stata fatta istanza per chiedere un differimento pena. Soprattutto per l’ emergenza Covid in corso, con le varianti del virusche potrebbero risultare letali per chi ha patologie pregresse. L’uomo è uno di quelli. A seguirlo, così come tanti altri detenuti con patologie, è la garante locale Gabriella Stramaccioni. L’istanza è stata rigettata quest’estate. Per la magistratura di sorveglianza può essere benissimo monitorato in carcere. Tre giorni fa, purtroppo, la garante ha appreso che l’uomo è risultato positivo. «Bisogna però dire – spiega a Il Dubbio Stramaccioni – che proprio per le sue patologie è stato mandato a scopo precauzionale all’ospedale». Ma la garante stessa si auspica che facciano una nuova richiesta per il differimento pena. Uno nelle sue condizioni, d’altronde, non può essere esposto a questi pericoli. Stramaccioni, che visita quotidianamente le carceri romane, ha rilevato che a Rebibbia si è instaurata la calma grazie all’intervento degli agenti penitenziari che si sono organizzati per far permettere ai detenuti (postivi e non) di effettuare, in sicurezza, un totale di ben 250 chiamate e videochiamate per mettersi in contatto con i famigliari. Ora, com’è detto, risultano più di 60 positivi. «Finalmente – spiega la garante – con ritardo stanno effettuando tamponi a tappeto, quindi chiaramente i numeri dei postivi sono destinati ad aumentare».