Il comitato “Noi denunceremo” è nato con l’obiettivo di «ottenere verità e giustizia per le vittime del covid». La sua mission è dunque affidata in gran parte all’attività del pool di avvocati ingaggiato per seguire le inchieste. Ma ieri i legali, insieme col responsabile comunicazione Robert Lingard, si sono dissociati da quanto pubblicato giovedì sulla pagina facebook del comitato a proposito dei tempi dell’inchiesta in corso per epidemia colposa alla Procura di Bergamo.

Il contenuto di quella pubblicazione, fanno sapere gli avvocati in una nota, «non è mai stato approvato né dal team dei legali né dal responsabile comunicazione. In merito al rapporto fatto sparire dall’Oms e ritrovato proprio dal responsabile comunicazione», spiegano, «si legge infatti: «Ora, questo documento è stato prontamente consegnato alla Procura di Bergamo dai nostri legali come integrazione alla documentazione che accompagnava tutti i nostri esposti. Eravamo a settembre, il 10 per la precisione. Oggi siamo al 14 di gennaio, sono passati più di quattro mesi. In questi quattro mesi le indagini sono proseguite, ma si è aspettato fino ad ora per acquisire dei documenti che potrebbero convalidare la tesi che da sempre sosteniamo. Gli anziani dicono a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca».

Ciò che è «più grave», secondo i legali del comitato, «è che la riflessione, a firma del vicepresidente Stefano Fusco è stata condivisa sul suo profilo anche dal presidente Luca Fusco». Oltre a «dissociarsi da quanto scritto», il team degli avvocati e il responsabile della comunicazione colgono l’occasione per «testimoniare totale supporto e stima per l’encomiabile operato svolto dalla magistratura, che si è accollata il peso di un’inchiesta titanica». Una magistratura, rimarcano, «con cui sia il team dei legali che il responsabile comunicazione hanno collaborato con una inchiesta parallela capace di far emergere non solo il rapporto Oms ma anche la più recente bozza del piano pandemico».