Cosa succederà con la prescrizione? Che ci si andrà a sbattere subito. La giustizia è il primo innesco, il primo ponte minato, la prima questione su cui si materializzerà, in Parlamento, la rottura di Matteo Renzi. La data è già cerchiata di rosso: giovedì 21 gennaio. Quel giorno scadono i termini per presentare gli emendamenti alla riforma del processo penale. E arriverà, nel pacchetto delle modifiche renziane, l’arma fin du monde della guerra sulla giustizia: il lodo Annibali. Contenuto: congelare l’efficacia del blocca- prescrizione di Bonafede. In vista di un tagliando alla riforma Orlando, approvata nell’estate 2017 e superata, prima che potesse dispiegare i propri effetti sui nuovi reati, dalla norma cara ai 5 stelle ( in vigore dal 1° gennaio 2020). Si tratta di un ricorso storico. Perché il lodo Annibali era già stato causa di tensioni fortissime un anno fa, proprio in questo periodo del calendario, quando ancora non era alle viste la tragedia del covid. Renzi lanciò l’offensiva contro il blocca- prescrizione di Bonafede, poi la pandemia impose ben altre priorità.

Il lodo Annibali «sarà presentato nelle prossime ore», conferma al Dubbio Cosimo Ferri, il parlamentare- magistrato che rappresenta Iv in commissione Giustizia alla Camera, con la stessa Lucia Annibali e Catello Vitiello. Arbitro della partita, il presidente della commissione Mario Perantoni, dei 5 stelle. È consapevole che dovrà essere di parte. Non lo è stato certo nella conduzione dei lavori: ha accolto lui la richiesta, presentata da Italia viva a dicembre, di prorogare di una settimana il termine degli emendamenti, in vista di un’intesa sulla prescrizione con Bonafede. La mediazione tra i renziani e il ministro è fallita, com’era prevedibile. Perantoni ha già spiegato, anche con un’intervista al Dubbio, che se davvero la commissione Giustizia da lui presieduta si troverà a votare sul lodo Annibali, lui si esprimerà ovviamente contro, «anche se non mi auguro che il mio voto diventi decisivo». Eppure lo sarà: la commissione Giustizia di Montecitorio è composta da 46 deputati, senza Perantoni la maggioranza può contare su appena 22 voti sicuri. In caso di votazione pari, il lodo non passerebbe. Il quadro è abbastanza confuso da non incoraggiare pronostici, in ogni caso.

FERRI CHIAMA IL PD

«È chiaro che fra le variabili c’è quella del Pd», ricorda Ferri, sottosegretario alla Giustizia quando ministro era Andrea Orlando. «Noi presenteremo il lodo Annibali proprio con lo spirito di chi vuol difendere la riforma Orlando, che non è mai stata messa alla prova. Ricordo che quella modifica aveva molto esteso il tempo di prescrizione, con uno stop al cronometro di complessivi tre anni. Ci siamo sempre meravigliati dell’atteggiamento rinunciatario assunto dal Pd sulla prescrizione: era stato il loro attuale vicesegretario a riformarla appena 4 anni fa», nota il deputato di Iv.

LA STRATEGIA DI IV

Il punto è: il lodo Annibali rischia di essere un atto di bandiera, con prospettive di approvazione nulle? Sulla carta i numeri, seppur di un soffio, sembrano dire questo. Nelle scorse settimane, d’altra parte, il Pd non ha mancato di esprimere riservatamente cautela sui reali effetti del ddl penale. Che non pare in grado di accelerare a tal punto i processi da rendere irrilevante il blocco della prescrizione, introdotto con la spazzacorrotti e in vigore da un anno. In pratica, la norma Bonafede, pur stemperata dal “lodo Conte bis” ( contenuto proprio nel ddl penale) rischierebbe di esporre una percentuale di imputati a un giudizio d’appello lunghissimo, perché appunto privo di barriere temporali. Ma è chiaro che schierarsi coi renziani sul punto, per i dem, vorrebbe dire uccidere il Conte ter nella culla, ammesso che riesca a nascere.

«La nostra posizione è nota», spiega Ferri, «abbiamo segnalato già nelle nostre osservazioni al Recovery i limiti, anzi le omissioni sul processo penale. Al guardasigilli Bonafede avevamo proposto un’alternativa: possiamo mettere da parte il lodo Annibali, era il nostro discorso, ma a condizione che tu istituisca subito la commissione ministeriale sulla prescrizione, da noi sollecitata già in primavera». Quella, per intenderci, che Renzi avrebbe voluto far presiedere da Gian Domenico Caiazza, leader dell’Unione Camere penali e più fiero avversario del blocca- prescrizine. «Esatto. Il punto», osserva Ferri, «è che Bonafede non ha risposto alla nostra sollecitazione. Quindi il lodo Annibali lo presentiamo. Prevede di sospendere l’efficacia del blocca- prescrizione di Bonafede, in modo da poter sottoporre la riforma Orlando a un tagliando».

«UNA GIUSTIZIA NUOVA»

A pensarci, dovrebbe venire incontro alle perplessità dello stesso Pd. Anche se in una fase politica così tellurica, i dem non compiranno gesti clamorosi. «Ma se si deve parlare di una fase politica nuova», dice Ferri, «lo si deve fare anche con una giustizia penale giusta, più efficace, più attenta ai diritti e alle garanzie. Lo abbiamo sempre detto quando eravamo in maggioranza. Figuratevi se smetteremo di dirlo ora».