Non è stato possibile farne un “regalo” da lasciare sotto l’albero. Ma qualche buona notizia sulla tutela dello stato di malattia, per i professionisti, potrebbe arrivare con la befana. Il prossimo 8 gennaio la commissione Giustizia del Senato si rivede, e discuterà di nuovo del ddl sul diritto del lavoratore autonomo a ottenere la proroga dei termini (fino a 50 giorni) se impedito a operare, in modo assoluto, per motivi di salute.

Con un punto chiave da definire già in quella riunione o nei giorni immediatamente successivi: l’adozione della procedura deliberante. Che vorrebbe dire tempestività. Necessaria non solo perché la base della proposta di legge, che ha come primo firmatario Andrea de Bertoldi di Fratelli d’Italia e come relatrice Grazia D’Angelo del M5S, solleva da responsabilità i liberi professionisti ricoverati (o in terapia domiciliare) che non potessero svolgere adempimenti verso la Pa. Il motivo di maggiore urgenza è in uno degli emendamenti per il quale è stato riaperto il termine, sempre all’ 8 gennaio, e che è strettamente legato alla pandemia: prevede il diritto dell’avvocato a vedersi riconosciuto il legittimo impedimento anche se costretto all’isolamento fiduciario o alla quarantena dovuti al covid.

Una modifica proposta sempre da Fdi, in particolare da de Bertoldi e dal vicepresidente della commissione Alberto Balboni, e che sarebbe opportuno introdurre nell’ordinamento prima che la pandemia venga sconfitta dal vaccino.

L’intesa tra i gruppi: esame ravvicinato e confronto sull’iter

Il quadro sembra insomma meno problematico, dopo che due settimane fa proprio la relatrice D’Angelo aveva prefigurato un approfondimento più meditato, sulla legge, anche rispetto all’impatto che potrebbe avere per la pubblica amministrazione. La maggioranza aveva fatto un passo indietro rispetto all’ipotesi della sede deliberante, prima condivisa da tutti i gruppi parlamentari. Contestualmente, Pd e Movimento 5 Stelle avevano anche prospettato al centrodestra, che tiene molto al provvedimento, una fissazione del termine per i nuovi, necessari emendamenti al 15 gennaio.

La settimana scorsa una nuova seduta della commissione presieduta dal leghista Andrea Ostellari ha consentito a maggioranza e opposizione di raggiungere un duplice compromesso: anticipare all’ 8 il termine per gli emendamenti e, soprattutto, riaprire il confronto sulla deliberante.

Schiarita salutata con soddisfazione, in particolare, da de Bertoldi e Balboni. «Consideriamo importante aver riaperto la possibilità dell’iter accelerato», dice appunto il vicepresidente della commissione al Dubbio. «Così come sono di rilievo gli emendamenti da inserire nel testo: quello sul legittimo impedimento causa quarantena, presentato sempre da de Bertoldi e dal sottoscritto, e la proposta di rendere vincolante, per il giudice, la richiesta di legittimo impedimento presentata dal difensore in stato di malattia grave, ricoverato o in terapia domiciliare. Emendamento quest’ultimo, che», spiega ancora Balboni, «rafforza la tutela in ambito civilistico, visto che nel penale il legittimo impedimento è già solidamente presidiato».

Sanzioni se si abusa del diritto alla malattia

La modifica è a prima firma della senatrice leghista Erika Stefani, non a caso avvocato civilista a propria volta. Da ultima, l’ 8 gennaio verrà messa a punto un’altra norma importante, relativa agli eventuali abusi del nuovo diritto. Chi opponesse un falso stato di grave malattia per sottrarsi alle responsabilità e ottenere la proroga dei termini incorrerà in sanzioni ma, nota Balboni, «dovremo chiarire di che tipo: potrebbe trattarsi di una sanzione amministrativa o penale, certo si tratterà di una misura pecuniaria».

Gli approfondimenti necessari per M5S e Pd

Naturalmente la partita non si può dire chiusa. In particolare, per il Movimento 5 Stelle restano due aspetti da chiarire: come evitare che lo slittamento dei termini, per esempio in ambito tributario, provochi un “trauma” per la Pa, visto che il diritto a ottenere il rinvio della scadenza riguarderebbe soprattutto l’attività di consulenti del lavoro e commercialisti, vale a dire di chi accompagna il contribuente nei rapporti con l’Agenzia delle entrate.

Qui i pentastellati e il Pd chiedono cautela e tempo sufficiente a verificare anche le coperture. Poi sul fronte del legittimo impedimento per l’avvocato, in particolare per il civilista, si pensa a una rimodulazione dell’emendamento Stefani in grado di tutelare anche le altri parti del processo, in particolare qualora il rinvio dell’udienza e lo slittamento dei termini rischi di provocare un danno irreparabile.

In ogni caso il percorso è ridiventato fluido. E subito dopo le feste, le libere professioni potrebbero avere una buona notizia, che sarebbe anche d’auspicio, dopo l’anno terribile che sta per chiudersi.