È il consigliere della Corte Suprema di Cassazione Giuseppe Santalucia il nuovo presidente dell’Associazione nazionale magistrati. Esponente di sinistra di Area, la corrente più progressista delle toghe, è stato eletto dal comitato direttivo centrale con 30 voti su 36. Santalucia, nato a Catania nel 1964, è in magistratura dal 1989. Ha iniziato come sostituto procuratore a Patti, dal 1993 ha svolto le stesse funzioni a Messina, per poi passare all’incarico di gip al Tribunale di Reggio Calabria. Successivamente ha prestato servizio, dal luglio 2005, all’Ufficio Studi e Documentazione del Csm, e di seguito all’Ufficio del Massimario e del Ruolo della Corte di cassazione, ove ha svolto, per un triennio, le funzioni di coordinatore del settore penale. Nominato consigliere della Corte di Cassazione, è stato assegnato nel febbraio 2012 alla prima sezione penale, ove tuttora presta servizio. «Il programma della giunta che presiedo non è al ribasso, è un programma di mediazione ma la mediazione non ha un’accezione negativa. Mediazione e compromesso sono ciò che consente di parlarci, trovare punti di incontro e camminare insieme. È questo a cui siamo chiamati. Pluralità di idee ma unità di azione per il bene dell’associazione e della cifra democratica del Paese, perché l’Anm è un attore importante della vita politica e della vita pubblica». A sottolinearlo è stato il neo eletto presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia. «Non siamo un soggetto politico a tutto campo, non siamo un soggetto partitico, siamo però interpreti attenti dei valori che la Costituzione assegna all’ordine giudiziario. Saremmo miopi se volessimo privare del nostro contributo il dibattito pubblico sui temi della giustizia e della giurisdizione», ha detto Santalucia nel suo intervento al comitato direttivo centrale dopo l’elezione. Quanto all’esercizio dell’azione sindacale, Santalucia ha sottolineato l’impegno a «dare il giusto valore alle questioni sindacali nel quadro più ampio della difesa dei valori della giurisdizione, che sono quelli che la Costituzione ha delineato. Nessuna azione sindacale può essere fatta al di fuori di questo, l’azione della giunta non sarà distratta sul fronte delle condizioni del lavoro».