«Lo sappiamo tutti: negli ultimi giorni il sistema dei depositi è andato in tilt. Le Cancellerie lo erano già, e quindi sono andati in tilt anche gli avvocati, alla affannosa ricerca di un qualche provvedimento dei Capi degli Uffici che consentisse di depositare gli atti in forma cartacea, a costo di incrementare il rischio di contagio. Non tutti ci sono riusciti, ed oggi a qualcuno non resta che affidarsi al buon cuore del giudice di turno, sperando che autorizzi una remissione in termini di dubbia fondatezza e solido buon senso». A denunciarlo è il presidente dell'Unione nazionale delle Camere civili, Antonio de Notaristefani, che chiede al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, la sospensione dei termini processuali causa malfunzionamento del sistema. La questione è quella denunciata da centinaia di avvocati negli ultimi giorni: i servizi informatici del settore civile sono inagibili dal 10 novembre. «È chiaramente un assurdo, che nasce da una visione ormai anacronistica del processo telematico: se vogliamo che funzioni davvero - continua de Notaristefani -, bisogna smettere di considerarlo il surrogato occasionale di quello cartaceo, al quale tornare ogni volta che vi sia un intoppo. Per questo, occorre stabilire una volta per tutte - e questa è la occasione giusta per farlo, con uno dei tanti decreti legge che ormai scandiscono la nostra esistenza - che ogni qualvolta vi siano disfunzioni del sistema tutti i termini processuali connessi con il suo utilizzo devono restare sospesi. E per questo, le Camere civili chiedono al signor ministro un provvedimento legislativo che è indispensabile, e che deve essere immediato: abbiamo già sofferto abbastanza».