Gigi Proietti fu il primo a raccogliere l’appello che gli arrivò da Avellino in quel triste dicembre del 1980. La città e tutta la provincia piangeva i morti e la devastazione del terremoto del 23 novembre. Si cercava in tutti i modi di riprendere una quotidianità, spazzata via da quei terribili 90 secondi. Ad Avellino arrivò un tendone, donato dalla Regione Lombardia, e subito partì l’idea: facciamo il Teatro Tenda di Avellino. Erano gli anni in cui Gigi Proietti, con lo spettacolo “A me gli occhi, please!”, conquistava il pubblico nella storica struttura di piazza Mancini.

«Prima del terremoto - ricorda Armida Tino, assessore alla Cultura del comune di Avellino - con il gruppo “Musica Incontri”, guidato da Gaetano Vardaro, e Arci Musica di Avellino avevamo progettato la stagione teatrale con L’Ente Teatro Campania.

Il terremoto ci cambiò i piani e allora decidemmo di partire con il Teatro Tenda. Gigi Proietti fu il primo ad accettare con piacere di portare ad Avellino il suo spettacolo, come testimonia la foto dell'archivio di "avellinesi.it", curato dal professor Franco Festa.

Dopo di lui vennero Vittorio Gassman, Luciana Savignano e Roberto De Simone che mise in scena la sua “Gatta Cenerentola”.

Tutti gli artisti si esibirono gratis: un vero e proprio atto di amore per la nostra terra».

E l’umanità di Gigi Proietti è rimasta nei ricordi e nel cuore di quanti, quarant’anni fa, hanno avuto la fortuna di assistere alla sua esibizione, che per una nevicata improvvisa fu spostata in uno dei teatri cittadini. Ieri sui social in tantissimi lo hanno testimoniato dando un loro personale ricordo di quella serata e del grande artista che contribuì per alcune ore a far dimenticare il dramma che si stava vivendo.

L’assessore Tino ricorda ancora: «Ero terrorizzata, avevo sfidato tutto e tutti con quello spettacolo e non sapevo come avrebbe reagito la città così duramente colpita. Gigi Proietti era nervoso ma sicuro di sé come sempre. Ci siamo salutati dietro le quinte io esitavo ad avanzare sul palcoscenico lui mi ha detto di fare presto. Quando si è aperto il sipario, ho visto la sala piena e la gente in silenzio che era lì, senza paura, senza mostrare nessun segno di inquietudine o fastidio. Al nome di Gigi Proietti scoppiò un grande applauso».

Fu una serata indimenticabile, Gigi Proietti diede, come sempre, il meglio di sé davanti a un pubblico speciale, facendo sentire tutto il suo sostegno a una città distrutta che quella sera con lui, su quel palcoscenico mostrò tutta la sua capacità di resistere e di voler reagire a quella tragedia.

Nel 2012 Proietti ritornò in Irpinia e fu tra i protagonisti del cartellone allestito dal Teatro Carlo Gesualdo, progettato dopo il terremoto dall'architetto Carlo Ajmonino, in pieno centro storico ad Avellino. Si esibì in “Pierino e il lupo”, accompagnato da 52 musicisti dell’orchestra sinfonica del Teatro “Carlo Gesualdo”, ai quali fece tantissimi complimenti. Anche quella volta tra gli avellinesi e il grande attore ci fu subito una grande empatia.

Un rapporto tra l’Irpinia e Gigi Proietti che parte da lontano.

Infatti era già stato ad Avellino, nel 1975 per ricevere il premio “Laceno d’Oro” come miglior attore e in quell’edizione fu premiato insieme con Alberto Lattuada, Rada Rassimov, Stefano Satta Flores e Michele Placido.