Nuove misure restrittive in arrivo nel week end. È questa la direzione segnalata da vari ministri. Tra le ipotesi sul tavolo: stretta sugli spostamenti,  coprifuoco in tutte le regioni, chiusura delle attività non essenziali. Ma nel governo c'è chi vorrebbe restrizioni più severe, come per salvaguardare solo scuola e lavoro. A rischio palestre, centri estetici, eventi pubblici ma al momento le valutazioni per il nuovo Dpcm sono ancora in corso. Possibile dunque anche una stretta sugli spostamenti tra le regioni e le aree maggiormente a rischio, un incremento dello smart working e un maggior ricorso alla didattica a distanza per le scuole superiori. L’ipotesi di un lockdown per un paio di settimane al momento non è in campo, anche se chi vorrebbe anticipare la serrata già alle 18. Di certo c’è la spinta ad agire al più presto da parte degli scienziati che hanno scritto al presidente della Repubblica Mattarella, del ministero della Salute e anche di forze della maggioranza come il Pd. Spinta che arriva anche dalle Regioni. L’invito che rivolgerà il governo è quello a non muoversi da casa, se non per ragioni comprovate. Non sarà però un lockdown generalizzato, ma sulla necessità di varare norme ancora più stringenti si sarebbe convinto anche il premier Conte, preoccupato dal dato delle terapie intensive e dal numero dei contagi in alcune regioni e soprattutto nelle grandi città. Da qui la necessità di andare, probabilmente già nel week end, oltre le misure adottate. Ma il premier deve fronteggiare anche le spinte contrapposte che si riscontrano all’interno dell’esecutivo. Italia viva è contraria ad un eccessivo inasprimento. I governatori, invece, si stanno già muovendo e chiedono al presidente del Consiglio di fornire risposte sui temi sul tappeto: scuola, trasporti, sanità, crisi occupazionali. Niente lockdown totale, ma sul resto si ragiona. Con il ministro dell’Economia, Gualtieri, che ha fatto gia sapere che il governo tutelerà chi subirà i danni. «Adotteremo tutte le misure economiche necessarie a sostenere i settori che avranno delle conseguenze negative», ha spiegato ribadendo quindi la volontà di sostenere «tutti coloro che risentono dell’impatto economico del coronavirus». Ma è sulla gestione della seconda ondata che si riversano le rimostranze sul premier Conte.