Al primo posto del Recovery plan nella giustizia, compaiono due voci: edilizia e digitale. La strutture materiali e quelle immateriali. Il protocollo firmato ieri pomeriggio a via Arenula dal guardasigilli Alfonso Bonafede con i vertici della giustizia di legittimità e con l’avvocatura è un passo nel futuro che prescinde anche dal fondo Ue: con l’intesa infatti entra nel vivo il processo civile telematico in Cassazione. L’accordo prevede la graduale introduzione della modalità “virtuale”, a cui il ministero dedica energie già dal 2018. Primo step ravvicinato: il 26 ottobre la cosiddetta fase sperimentale non riguarderà più solo la Direzione generale per i sistemi informativi automatizzati (Dgsia) ma anche gli avvocati: si potrà iniziare a depositare gli atti di parte, al fine di «testare la funzionalità del sistema», come spiega una nota di via Arenula. Da aprile 2021 il deposito degli atti introduttivi per via telematica diventerà, anche presso la Suprema corte, obbligatorio.

Modernità ma anche “resilienza” di fronte alla pandemia: sono i due principi- guida del percorso, che con Bonafede vede impegnati gli altri firmatari del protocollo: il primo presidente della Cassazione Pietro Curzio, il procuratore generale Giovanni Salvi, l’Avvocato generale dello Stato Gabriella Palmieri Sandulli, la presidente del Cnf Maria Masi e il coordinatore dell’Ocf Giovanni Malinconico. L’istituzione forense è coinvolta già dalla fase del cosiddetto “Laboratorio Pct”, che a giugno 2018 ha visto completata l’analisi condivisa tra i protagonisti dell’intesa di ieri. Bonafede sa che il futuro passa anche per la smaterializzazione di tutte le fasi del processo non vincolate alla presenza fisica. Definisce l’accordo sul Pct in Cassazione «un passo fondamentale per accelerare il percorso di modernizzazione e digitalizzazione della giustizia». Si tratta di rendere tutto più veloce ma anche più sicuro. «Un percorso già ben avviato, come dimostrano i numeri considerevoli registrati dallo sviluppo del processo civile telematico nel giudizio di merito», ricorda il guardasigilli. E l’impegno appena siglato «si rende ancor più necessario nel periodo difficile che stiamo vivendo a causa della pandemia. La tecnologia a supporto del processo telematico ha consentito nella fase più acuta dell’emergenza sanitaria di garantire lo svolgimento di un servizio essenziale come quello giudiziario», tiene ancora a dire Bonafede.

Il passaggio previsto a partire dal 26 ottobre è soft: il deposito degli atti, spiega la nota del ministero, sarà sperimentato con il «doppio binario», vale a dire «per via cartacea e telematica, in cui solo il cartaceo avrà valore legale». Un decreto che il ministro emanerà a dicembre consentirà, dal mese successivo, il deposito telematico facoltativo ma a valore legale per gli atti introduttivi. Seguirà subito dopo la possibilità di depositare telematicamente a valore legale anche per i magistrati.

Naturalmente, oltre ad avvocati cassazionisti e magistrati in servizio presso la Suprema corte, il percorso coinvolge anche le cancellerie, che «con l’avvio della digitalizzazione degli atti di avvocati e magistrati, avranno modo di gestire interamente il fascicolo processuale in modalità telematica». In tal modo «la qualità e la durata dei processi di lavoro avranno un miglioramento, come già avvenuto in primo e secondo grado».

Sempre a gennaio, col deposito facoltativo ma legalmente riconosciuto degli atti, ci sarà tra l’altro uno specifico impegno della sesta sezione civile, per la quale i ricorsi saranno consultabili digitalmente. Ad aprile, quando il deposito sarà diventato obbligatorio, ci sarà anche un’estensione del desk della Procura generale, che a propria volta avvierà un’integrazione del sistema in grado di aprire la strada all’altra innovazione, il processo penale telematico.

Il presidente Curzio ha espresso «soddisfazione» : grazie all’impegno del ministero e alla «collaborazione di tutti i soggetti coinvolti», ha detto, «sarà possibile completare la digitalizzazione del processo civile, migliorando la qualità del servizio giustizia e del lavoro di tutti e consentendo, in questo momento di emergenza sanitaria, di rafforzare i livelli di protezione e sicurezza». Lo stesso pg Salvi parla di «passo importante al quale la Procura generale partecipa con determinazione, augurandosi che presto si possa avviare anche il processo penale telematico». Salvi ha tenuto a ringraziare «le strutture ministeriali per il generoso impegno profuso». Con la Dgsia, anche il dipartimento Organizzazione giudiziaria. A riprova che nei ministeri, in silenzio, c’è chi affronta la pandemia con nuove soluzioni, anziché con la paura.