Sono 112 i detenuti del circuito alta sicurezza e quelli sottoposti al regime del 41-bis che, al 23 settembre scorso, sono tornati in carcere. Lo ha detto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, in audizione davanti alla Commissione Giustizia del Senato. Dunque, ha evidenziato il ministro, sono di nuovo in cella «tutti e 3 i detenuti sottoposti al regime previsto dall’articolo 41-bis che erano stati precedentemente sottoposti a detenzione domiciliare», nonché «109 detenuti appartenenti al circuito alta sicurezza: dei 112 rientrati, 70 risultano detenuti definitivi e 42 sono ristretti a titolo cautelare». Per quanto riguarda i detenuti che allo stato non risultano rientrati in carcere, ha continuato il Guardasigilli, «deve certamente ritenersi che la permanenza degli stessi in detenzione domiciliare sia da ricondurre ad autonoma valutazione effettuata dall’autorità giudiziaria»: il decreto approvato lo scorso maggio dal Governo, «ha obbligato tutti i detenuti scarcerati per emergenza Covid a tornare davanti al giudice per una nuova valutazione», ha ricordato Bonafede, il quale ha evidenziato che sull’applicazione del decreto ha disposto, attraverso una articolazione ministeriale, un «capillare monitoraggio». Polizia penitenziaria: «Al lavoro per incrementare l'organico» Poi il Guardasigilli passa alla carenza di organico nella Polizia penitenziaria. «A fronte della dotazione organica pari a 41.595, sono effettivamente presenti nei rispettivi ruoli del Corpo 37.347 unità, con carenza complessiva di 4.248 unità, pari al 10,21% dell’organico previsto». «Già a far data dal 2018 - ha ricordato il ministro - sono state gettate le basi del rilancio di una politica che ha puntato fortemente sul personale, per conseguire l’obiettivo della piena copertura ed ampliamento delle piante organiche, considerata la grave scopertura esistente, del personale di Polizia Penitenziaria nonché delle professionalità dell’area trattamentale, contabile e tecnica». Allo stato, per far fronte a tali scoperture, relativamente al ruolo di agenti/assistenti il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria «sta ultimando le procedure del concorso pubblico per il reclutamento di complessivi 754 allievi agenti del Corpo di polizia penitenziaria (elevati a 938) la cui assunzione avverrà entro il prossimo mese di dicembre», ha ricordato Bonafede, sottolineando che è anche «prevista l’assunzione di 650 allievi agenti» ed è «in fase di definizione il bando del concorso pubblico per circa ulteriori 970 allievi agenti». A breve, ha aggiunto, «saranno definite poi le procedure relative al concorso per l’assunzione di personale della carriera dirigenziale penitenziaria, già bandito dal Dap in relazione all’attuale vacanza nel ruolo dirigenziale penitenziario pari a 51 unità». Le misure assunzionali, ha concluso Bonafede, «dovranno essere ulteriormente incrementate nell’ambito della prossima legge di Bilancio». Strutture detentive L’Amministrazione penitenziaria «è attualmente fortemente impegnata in un programma teso all’aumento del numero dei posti detentivi mediante il recupero d’agibilità di quelli indisponibili, nonché nell’edificazione di nuovi padiglioni in penitenziari già attivi, come pure nella riconversione ad uso detentivo di strutture demaniali dismesse, in particolare caserme», ha ricordato il Guardasigilli Alfonso Bonafede, sottolineando che «nel corso del 2020 sono stati ultimati e attivati 3 nuovi padiglioni detentivi da 200 posti ciascuno presso gli istituti di Parma, Trani e Lecce, mentre è imminente l’attivazione di un ulteriore nuovo padiglione di pari capienza presso l’istituto di Taranto. Entro l’anno sarà ultimato anche un ulteriore padiglione da 200 posti nella casa di reclusione di Sulmona».Nel marzo 2019, ha continuato Bonafede, «è stato varato un piano finanziario per la progettazione e la realizzazione di 25 nuovi padiglioni modulari media sicurezza, da 120 posti ciascuno, per complessivi 3mila nuovi posti detentivi» e «risultano attualmente già avviati i procedimenti per 12 moduli diffusi capillarmente sul territorio». Inoltre, sono ripresi «i lavori di completamento del reparto 41 bis di Cagliari Uta», in totale 92 posti, «che dovrebbe essere ultimato entro il corrente anno», ha detto Bonafede, affermando che sono poi stati «consegnati i lavori per il nuovo padiglione detentivo da 200 posti presso la casa circondariale di Bologna, che dovrebbe essere ultimato entro il 2021». In corso, inoltre, le progettazioni per «una serie di nuove strutture per complessivi 1.730 posti e adeguamenti di reparti detentivi presso cinque istituti», ha riferito il Guardasigilli, ricordando che «per la manutenzione ordinaria e straordinaria nonché per il potenziamento del patrimonio immobiliare demaniale in uso governativo penitenziario, è stato ottenuto un rilevante incremento di risorse finanziarie assegnate al Dap negli anni 2019 e 2020 rispetto agli anni precedenti».