Ora c’è pure il congedo parentale da covid. C’è per i dipendenti pubblici. Ma non esiste nulla di simile per gli autonomi. Neppure per chi, come l’avvocato, svolge l’insostituibile funzione di tutelare i diritti. A farlo notare è l’Aiga, Associazione italiana giovani avvocati, con una nota in cui chiede di definire in una norma «la specifica ipotesi di legittimo impedimento per l’avvocato collegato all’emergenza sanitaria». Non solo il ceto forense è — come l’intero settore autonomo e il mondo ordinistico in particolare — colpito della crisi. Paradossalmente non è neppure tutelato in quei casi in cui l’esercizio della professione è impedito proprio da cause connesse all’epidemia.

L’Aiga parte dalla novità contenuta nel cosiddetto decreto Covid: «Con la pubblicazione del Dl 111 dell’ 8 settembre è stata introdotta», ricordano i giovani avvocati, «la particolare misura di sostegno ai pubblici dipendenti del congedo parentale straordinario retribuito al 50% ( fermo il versamento dei contributi figurativi ai fini pensionistici) e dello smart working in caso di positività di figli studenti e minori di anni 14 costretti in quarantena che, pertanto, necessiterebbero della presenza dei genitori. Evidentemente, ancora una volta, il governo sembra essersi dimenticato», si legge nella nota, «di tutti quei lavoratori autonomi, quali gli avvocati e soprattutto i giovani, che, oltre a rischiare ulteriori perdite economiche a causa di una forzata inattività, avrebbero ulteriori difficoltà a svolgere il proprio ruolo difensivo per l’impossibilità di presenziare alle udienze, non trattandosi di fattispecie espressamente rientrante nel legittimo impedimento». Il presidente dell’Aiga Antonio De Angelis definisce «inaccettabile il perdurare dell’assenza di una specifica norma che regolamenti il legittimo impedimento degli avvocati per l’attuale emergenza sanitaria». La conseguenza di tale lacuna è che «la concessione di rinvii di udienza per comprovate ragioni sanitarie rientri, nonostante la permanenza dei contagi, nella mera discrezionalità del singolo magistrato». A fronte anche della «difficoltà di nomina, nel caso di specie, di un sostituto processuale». È la coordinatrice “Area Centro” della giunta Aiga, Mariarita Mirone, ad auspicare che l’eventuale norma preveda anche la «calendarizzazione preferenziale di rinvii di udienza in tempi brevi ( eventualmente pure riservando il sabato per le udienze di rinvio) in modo da consentire il giusto bilanciamento fra la tutela della salute e l’accesso alla giustizia dei cittadini, senza continuare a mortificare la classe forense sia nel proprio ruolo professionale sia in quello umano di genitori». Perché appunto l’avvocato si trova spesso a dover scegliere tra il venir meno o alla cura dei familiari o alla propria attività professionale.

MAGISTRATI, NUOVE PIANTE ORGANICHE

Mente emerge un nuovo motivo di rammarico per l’avvocatura, arriva un segnale positivo almeno rispetto alla funzionalità degli uffici giudiziari, da cui dipende anche il ritmo di definizione dei processi. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha reso noto di aver firmato, due giorni fa, il decreto di rideterminazione delle piante organiche dei magistrati, ampliate, in particolare negli uffici di merito, con le «600 unità» previste «dalla legge di Bilancio per il 2019». Il guardasigilli ricorda che si tratta del «più consistente aumento della dotazione organica realizzato negli ultimi vent’anni».

Delle 600 unità, spiega via Arenula, 70 sono già state assegnate alla Cassazione col decreto dell’aprile 2019. Delle altre, ne verranno specificamente assegnate 422, mentre le rimanenti 108 «verranno utilizzate per formare una task force flessibile, un contingente di magistrati da assegnare ai vari uffici giudiziari per affrontare situazioni straordinarie o contingenze specifiche ( calamità naturali, eventi improvvisi)». Nel dettaglio, oltre ai 245 rinforzi per Tribunali e Procure e ai 129 per le Corti d’Appello, si segnalano anche i due magistrati in più per la Dna, i 25 per gli uffici minorili e i 21 per la sorveglianza, settori che «per la prima volta beneficiano di un incremento così consistente». Il punto ora è capire se la funzionalità complessiva degli uffici, a partire dall’attività del personale amministrativo, saprà evitare che i rinforzi restino siano comunque disarmati dinanzi all’arretrato moltiplicatosi negli ultimi mesi.