«Fantapolitica». Basterebbe questa sola parola a riassumere quello che pensa la deputata di Forza Italia Mariastella Gelmini sul presunto appoggio del suo partito al governo. Guidato da un premier «inadeguato», al quale a settembre, con le elezioni, verrà consegnato «un avviso di sfratto». E sulla legge elettorale il suo partito è chiaro: «Sosteniamo un sistema maggioritario. L’epoca degli accordi di Palazzo deve finire».

Nella maggioranza ci sono fibrillazioni dovute ai ritardi sulla nuova legge elettorale e sulla mancanza dei voti per approvarla. Forza Italia andrà in soccorso del governo, sostituendo i "dissidenti"?

Ma no! Abbiamo detto chiaramente due cose. La prima è che il Paese oggi ha bisogno di tutto, meno che di una legge elettorale: non siamo né nel 2013 né nel 2017, quando la Corte Costituzionale amputò le leggi elettorali vigenti. Non c’è nessuna emergenza “legge elettorale”. Siamo nel 2020, in epoca post Covid: la politica dovrebbe occuparsi dei problemi di quelle persone che non arrivano oramai alla seconda settimana.

E la seconda cosa?

Con l’intero centro- destra sosteniamo un sistema elettorale maggioritario. Abbiamo già condiviso e sottoscritto la proposta con i capigruppo di Lega e Fratelli d’Italia. Il fatto che nel nostro movimento ci siano pulsioni proporzionaliste, legittime ma minoritarie, non cancella la nostra storia. Siamo scesi in campo imponendo un modello bipolare. Il Paese ha bisogno di tornare a quel tipo di sistema. L’epoca degli accordi di palazzo e dei presidenti del Consiglio estranei al circuito della rappresentanza deve finire.

Nonostante le smentite di Berlusconi, che una parte di Forza Italia voglia appoggiare il governo è un concetto che ha ribadito anche l'uscente Enrico Costa, secondo cui l'altra parte di FI vorrebbe assecondare i populisti. Che momento sta vivendo il partito?

Costa ha scelto di aderire al partito di un ex ministro del Pd: deve dare delle motivazioni al suo gesto e conseguentemente in questa circostanza non mi pare la fonte più attendibile per spiegare cosa succede in Forza Italia. Detto questo, non ci sono parlamentari o dirigenti disponibili ad appoggiare il governo Conte che è totalmente inadeguato a portare fuori il Paese dalla crisi economica. Forza Italia non vuole “assecondare” nessuno, facciamo il nostro lavoro e proseguiamo le nostre battaglie liberali per la riduzione dell’oppressione fiscale, contro lo statalismo e il dirigismo della sinistra, a tutela delle imprese e delle famiglie, per una giustizia equa ed efficiente: stiamo saldamente nel centro- destra, con il quale ci stiamo candidando unitariamente nelle regioni e nelle città. Poi certo, non siamo un partito unico e, per il bene del Paese, in Parlamento cerchiamo di correggere gli errori più macroscopici di questo esecutivo. Ma non c’è un solo provvedimento economico che ci abbia visti divisi da Lega e Fdi: abbiamo votato esattamente nello stesso modo su ogni decreto e sui tre scostamenti di bilancio. Il centro- destra è l’unica prospettiva per dare un governo stabile ed efficace al Paese.

A proposito di Calenda, cosa risponde a chi descrive tentativi di accordo fra Forza Italia e Azione, cui peraltro anche lei avrebbe dato il benestare?

Che sono balle spaziali. Di tutti i retroscena che leggo, mi pare il più ridicolo: non c’è stato e non ci sarà niente di tutto questo. E non mi sembra che il Paese abbia bisogno di nuovi partitini.

Sui tempi del voto della legge elettorale ci sono diverse opinioni: c'è chi la vuole subito e chi, invece, vuole rimandare la pratica a dopo le regionali. Qual è la posizione di Forza Italia e perché?

È stato un errore aprire il dossier prima del referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari. In linea teorica non sappiamo ancora quanti parlamentari eleggeremo nelle prossime elezioni. Non c’è un solo motivo per anticipare l’esito del voto. È una mancanza di rispetto nei confronti degli elettori. Dopo il referendum verificheremo le condizioni politiche, ma per quel che ci riguarda l’urgenza è mandare a casa questo governo. La legge elettorale si fa solo se c’è un ampio consenso intorno ad un modello. E attualmente non c’è.

Cosa cambierà in caso di vittoria del centrodestra?

Succederà che Conte, fallito l’obiettivo di fare l’avvocato del popolo, tornerà a fare l’avvocato delle grandi aziende. Se il centro- destra vince anche queste elezioni, come io credo, sarà uno sfratto immediatamente esecutivo per questa maggioranza abusiva. E gli italiani potranno in tempi brevi tornare a scegliere da chi farsi governare e con chi affrontare il difficile percorso di ricostruzione del Paese.

I sondaggi sembrano ridisegnare le tradizionali posizioni di forza all'interno del centrodestra. La coalizione è a rischio?

Siamo l’unica coalizione esistente: come potremmo essere a rischio? Sono cambiati in questa fase i rapporti di forza interni ed è legittimo che ogni partito lavori per cambiare gli equilibri. Ma dentro un quadro di unità e di lealtà fra i rispettivi leader. E Forza Italia eserciterà un ruolo importante, perché la coalizione deve ottenere un largo consenso nel Paese e noi possiamo allargarlo al centro.

Cosa accadrebbe nel caso in cui nel Carroccio ci fosse un cambio di leadership?

Non mi intrometto di solito nelle faccende interne dei partiti alleati ma francamente questa mi pare fantapolitica. Salvini mi sembra saldissimo alla guida del suo partito, quanto il presidente Berlusconi alla guida del nostro.