Nella settimana 22-28 luglio, rispetto alla precedente, i numeri del contagio da Covid 19 sono tornati a crescere: +23% di nuovi casi, +361 «attualmente positivi» e, per la prima volta dopo mesi di costante riduzione, incremento dei pazienti ricoverati con sintomi (+2,3%) mentre continuano a diminuire quelli in terapia intensiva (-18,4%). È quanto emerge dallultimo monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe di Bologna. Nel quadro di un incremento dei nuovi casi (1.736 contro i 1.408 della settimana precedente, a fronte di un aumento del 10,4% del numero di tamponi diagnostici) si rilevano notevoli variazioni regionali: solo in 6 regioni i casi sono in riduzione, in tutte le altre sono in aumento. Incremento moderato in Emilia-Romagna (+70), Provincia autonoma di Trento (+65) e Campania (+56), netta riduzione in Veneto (-73). Parametrando i nuovi casi alla popolazione residente, tra le regioni che fanno registrare il maggior incremento per 100 mila abitanti, svetta la Provincia autonoma di Trento (13,86), seguita da Valle DAosta (7,96), Emilia-Romagna (7,56), Molise (7,53) e Basilicata (7,28). «Nellultima settimana - spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione - due spie rosse confermano la necessità di mantenere alta la guardia, senza allarmismi ma con senso di grande responsabilità individuale e collettiva. Infatti, oltre al netto aumento dei nuovi casi, per la prima volta si registra uninversione di tendenza nel trend dei pazienti ospedalizzati con sintomi, che era in costante discesa da inizio aprile. Una ragione in più per rendere disponibile il numero dei nuovi pazienti ricoverati e dimessi dallospedale e dalle terapie intensive quotidianamente, visto che i dati si riferiscono solo al saldò, ovvero al numero dei posti letto occupati, quale indice del sovraccarico ospedaliero». «Quale indicatore della diffusione del contagio - spiega Cartabellotta - abbiamo rivalutato la distribuzione geografica dei 12.609 casi attivi al 28 luglio, i cosiddetti casi attualmente positivì secondo la denominazione della protezione civile, aumentati di 361 unità rispetto alla settimana precedente». Il 53% si concentra in Lombardia (6.678); un ulteriore 37,4% si distribuisce tra Emilia-Romagna (1.459), Lazio (942), Piemonte (801), Veneto (754), Campania (393), Toscana (363); i rimanenti 1.219 casi (9,6%) in 14 Regioni e Province autonome. In generale, i dati confermano sia il quadro epidemiologico di circolazione endemica del virus, sia il trend in aumento dei nuovi casi dopo due settimane di relativa stabilità, siano essi legati a nuovi focolai o a casi di «importazione» dallestero. «Davanti a numeri in rialzo rispetto alle settimane precedenti - conclude il presidente - la comunicazione della politica e delle istituzioni deve essere oggettiva, equilibrata e coerente. La pandemia è ancora in corso, il virus è vivo e vegeto e vanno mantenuti tutti i comportamenti individuali raccomandati da mesi, oltre che le misure di sorveglianza epidemiologica. Non è più accettabile disorientare i cittadini strumentalizzando la pandemia per fini esclusivamente politici, contrapponendo posizioni estreme: da un lato negazionismo, minimizzazioni del fenomeno e deplorevoli comportamenti individuali, dallaltro la proroga dello stato di emergenza nazionale».