"Abbiamo reagito bene all'emergenza anche se tutte le norme sono state impostate, secondo me, in maniera sbagliata. La società è stata migliore del proprio governo". Così Sabino Cassese, costituzionalista, ospite di Agorà, secondo cui se viene prorogato lo stato di emergenza si adotta ''un provvedimento sia illegittimo che inopportuno". "Si dichiara lo stato di emergenza ma la domanda è: siamo in uno stato di emergenza in questo momento? Inoltre - aggiunge Cassese - viene data la spiegazione che bisogna comprare i banchi monoposto per le scuole e le mascherine. Lo stato è in condizioni tali che ha bisogno di dichiarare lo stato di emergenza per acquistare banchi e mascherine?" "Se ci fosse realmente uno stato di emergenza si potrebbe dichiarare ufficialmente in un'ora perché basta la delibera del consiglio dei ministri" conclude il costituzionalista. Poi, nel suo consueto editoriale sul Corriere della Sera, Cassese ha spiegato che Un tempo i programmi "facevano" le forze politiche, oggi le forze politiche sono in cerca di programmi. Se lo Stato e il pubblico sono confusi, anche imprese e forze sociali sono disorientate. "Classe politica, Stato, opinione pubblica avevano un progetto, conoscevano le priorita', volevano 'fare gli italiani'". Il costituzionalista rievoca i primi quarant'anni dopo l'Unita' d'Italia in cui si discuteva in Parlamento delle concessioni ferroviarie per osservare che "negli ultimi due mesi la Commissione europea ha autorizzato aiuti statali per 2mila miliardi di euro, di cui poco piu' dei 15 per cento in Italia", ma "ne' le forze politiche ne' le grandi organizzazioni rappresentative dell'economia hanno un progetto" per come impiegarli. Al piu', "o rimangono in silenzio o fanno proposte disperate, ma senza un ideale o un obiettivo di fondo". Di conseguenza Cassese osserva: "Una volta era un programma che faceva una forza politica, perche' intorno a un programma si coalizzavano forze sociali per diventare forze politiche". Ma oggi? "Ora le forze politiche - chiosa l'autorevole costituzionalista - sono alla ricerca di programmi" e "il rapporto s'e' invertito", cosicche' "a una politica senza programmi fa riscontro una societa' senza ideali", osserva ancora Sabino Cassese, che aggiunge: e "se lo Stato no. Sa che fare, anche i privati, le grandi organizzazioni di categoria, non sanno che cosa vogliono e che cosa si aspettano dall'utilizzazione di una ingente quantita' di risorse". Tant'e' che su questo tema "la Confindustria ha fatto sentire episodicamente la propria voce" altre organizzazioni hanno solo sommessamente sottolineato "che occorrono piani di intervento" e "cio' che e' piu' singolare" e' che da parte di tutti "non c'e' Stato - scrive ancora Cassese - neppure un tentativo di non procedere in ordine sparso e di coalizzarsi per offrire all'Italia progetti che corrispondano alle finalita' ultime di una societa' vitale ma invecchiata". Tanto che "non c'e' da stupirsi - chiosa l'ex membro dell'Alta Corte - che sia circolata la voce di un affidamento a una societa' privata del compito di redigere il piano di riforme (dopo di che lo Stato puo' andare comodamente in pensione)", conclude Cassese.