È iniziato il giro di visite del capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Bernardo Petralia, in tutti gli istituti italiani. Ha cominciato ieri con la visita del carcere di Siracusa, accolto dal provveditore regionale della Sicilia Cinzia Calandrino, dal direttore Aldo Tiralongo e dal comandante del reparto Davide Militello. L’obiettivo, ha fatto sapere il Dap in una nota, è quello di incontrare provveditori, direttori, comandanti, personale di Polizia penitenziaria e amministrativo per prendere direttamente conoscenza di problematiche e disagi presenti nelle strutture, ma anche per visionare lo stato di avanzamento di progetti di lavoro penitenziario, di iniziative di carattere trattamentale in favore della popolazione detenuta nonché di quelle avviate per il sostegno e il benessere del personale. La prossima settimana il capo del Dap visiterà la Casa circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino e, successivamente, gli istituti di Cagliari e Nuoro, nei quali si recherà insieme al vice capo del Dipartimento Roberto Tartaglia. Anche quest’ultimo è stato in questi primi due mesi in alcuni istituti penitenziari: a Roma Regina Coeli, Milano San Vittore, Milano Opera e Napoli Secondigliano.

A proposito delle carceri campane, è da ricordare che in meno di 24 ore si sono verificati due suicidi, arrivando a quota 6 vittime da inizio anno. Tre giorni fa Luigi Rossetti di 40 anni, ristretto nell’istituto penitenziario di Santa Maria Capua Vetere, nella prima mattina del giorno dopo a Poggioreale è avvenuto il gesto che ha stroncato la vita di Fresca Alfonso di 39 anni.

Per il Garante Regionale Samuele Ciambriello e quello Metropolitano di Napoli Pietro Ioia: «Anche se i suicidi sono ascrivibili a diverse motivazioni, il carcere continua ad uccidere. Pertanto chiediamo al Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria e al responsabile dell’Osservatorio Regionale della Sanità Penitenziaria un incontro urgente tra più soggetti coinvolti nel mondo penitenziario per evitare che in questo periodo la solitudine e il vuoto trattamentale uccidano più di una pandemia. Il congelamento delle attività di risocializzazione, di volontariato, e di reinserimento, la diminuzione dei contatti con i propri affetti ha prodotto un evidente senso di abbandono e arrendevolezza» . Sale a 29 il numero dei detenuti che su tutto il territorio nazionale si sono tolti la vita da inizio dell’anno, di cui 6 solo in Campania. Negli istituti di pena si continua a morire per suicidio 13,5 volte di più che all'esterno del carcere. Il numero di detenuti nelle carceri italiane è sceso del 13,9%, ma secondo i garanti arginare il problema del sovraffollamento dunque non basta a contrastare il malessere della vita in carcere. I garanti Ciambriello e Ioia propongono l’incremento delle figure sociali nelle carceri, l’attuazione di progetti rieducativi e umanizzanti. Ma anche la creazione, incominciando da Poggioreale, di più articolazioni psichiatriche che consentano maggiori cure a coloro che soffrono di patologie psichiche, dentro le carceri.