Quasi sette mesi dopo l'arresto, torna in libertà lex sindaco di Pizzo Calabro Gianluca Callipo, in carcere da dicembre a seguito del maxi-blitz Rinascita-Scott, della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro.A deciderlo, questa mattina, è stata la Cassazione, che ha accolto il ricorso proposto dai difensori Francesco Gambardella, Armando Veneto, Clara Veneto, Vincenzo Trungadi per mancanza di gravi indizi di colpevolezza. Callipo è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, turbativa dasta e abuso dufficio che avrebbe commesso in concorso con lo zio Maurizio Fiumara. A queste accuse, alla conclusione delle indagini, si è aggiunta quella di corruzione elettorale, per la quale risponde a piede libero. La Procura generale della Cassazione aveva chiesto lannullamento con rinvio per entrambe le accuse, ma gli Ermellini hanno annullato senza rinvio, consentendo così a Callipo di lasciare il carcere. Laccusa di concorso esterno in associazione mafiosa si fonda sui presunti rapporti e favori con il clan di Pizzo, guidato nelle ipotesi da Salvatore Mazzotta, e il clan Gasparro-Razionale di San Gregorio dIppona interessato alla gestione del ristorante Mocambo, a Pizzo Calabro. Per la Dda, Callipo avrebbe contribuito, pur senza farne formalmente parte, al rafforzamento della locale di 'ndrangheta di San Gregorio, Fiarè-Razionale-Gasparro, e della 'ndrina di Pizzo. Nella duplice veste di imprenditore alberghiero e sindaco, lex sindaco - dimissionario dopo larresto - avrebbe fornito «uno stabile contributo alla vita dell'associazione mafiosa». Sarebbe quindi stato «in diretto contatto con i vertici delle due organizzazioni criminale operanti a Pizzo e a San Gregorio d'Ippona ponendosi quale riferimento per il sodalizio nella risoluzione di problematiche inerenti alla propria funzione di sindaco». In questo modo, avrebbe promosso «gli interessi dell'organizzazione e favorito anche nell'adozione o meno di specifici provvedimenti, personaggi intranei o vicini al sodalizio criminale, comunque garantendo, in caso di necessità, il suo appoggio all'organizzazione, omettendo i dovuti controlli sulle attività di interesse delle consorterie».