Seppur diverse nella scrittura drammaturgica, “Taddrarite” e “Fémmene comme a me”, sono entrambe pièce grottesche e ironie pungenti di universi e spaccati femminili, messe in scena nell’ambito del Napoli Teatro Festival Italia.

La prima “Taddrarite pipistrelli”, testo e regia di Luana Rondinelli, che ha ricevuto il premio Afrodite per il Teatro, è interpretato da Donatella Finocchiaro, Claudia Potenza e Antonia Truppo sul palcoscenico nella splendida cornice del cortile di Palazzo Reale.

Tre sorelle, Rosa, Franca e Maria, durante la veglia, come nelle antiche consuetudini siciliane, del marito morto della sorella minore, squarciano il velo del silenzio, della ipocrisia, delle bugie per svelare se stesse e il proprio non facile vissuto.

Tre attrici che riescono a creare una coralità complice e intensa dove ciascuna è capace di imprimere ritmo all’atmosfera surreale della veglia e della fitta conversazione espressa con bravura e carattere interpretativo.

E la veglia diventa l’occasione dove ciascuna ha il coraggio di aprirsi e confessare ciò che avevano dovuto sopportare. “Ingannate, illuse, femmine silenziose, complici fino all’ora prima della morte”. «Una storia “focosa”, crudele, come la mia terra”, scrive l’autrice- regista.

“Una storia vera di donne succubi, schiave, “sciroccate”, prese alla gola dalla sfida del destino che le accomuna, dai segreti stretti in grembo, dalle lingue morse pur di non parlare ed evitare la vergogna per rendersi coraggiose e sopportare le violenze subite dai mariti”. Il monito finale è semplice: impariamo a “pensare prima a noi”.

L’aiuto regista è Silvia Bello, musiche Ottoni Animati e Roberta Prestigiacomo, tecnico luci Alberto Tizzone, costumi Francesca di Giuliano, coordinatrice artistica Monica Manfredi, la produzione Pierfrancesco Pisani e Isabella Borettini per Infinito teatro, Argot produzioni. Il secondo spettacolo “Fémmene comme a me” di Pau Miró, con la regia di Roberto Solofria, rientra nella trilogia del progetto rua catalana, CON traduzioni di Enrico Ianniello.

Lo spettacolo è interpretato da Michele Brasilio, Marina Cioppa, Ilaria Delli Paoli, e dallo stesso Roberto Solofria, la produzione è di Mutamenti/ Teatro Civico 14, in scena nel cortile di Palazzo Fondi a Napoli.

L’autore Pau Miró, uno dei più apprezzati drammaturghi contemporanei e molto noto al pubblico italiano per l’applaudito spettacolo Jucature, presenta questa volta lo spaccato di quattro donne intorno ai cinquant’anni dal vissuto incerto sia affettivo che lavorativo: una biologa che lavora in un casello, un’architetta senza lavoro, un’archeologa che pulisce condomini e una maestra appena licenziata.

La trama si snoda in un interno di uno spazio sconosciuto ai protagonisti dove si è rifugiata una delle amiche, l’architetta che ha abbandonato tutto, anche il marito e il figlio.

La macchina scenica decolla solo in parte, anche qui ironia e situazioni grottesche si combinano, ma emerge troppo sbilanciamento tra i quattro interpreti, tra le due protagoniste Marina Cioppa e Ilaria Delli Paoli, e l’aspetto en travestì di Roberto Solofria e Michele Brasilio che surclassa la pièce.