Niente intercettazioni irrilevanti, conversazioni con i difensori o i parlamentari. Sono le regole stabilite dal procuratore di Milano, Francesco Greco, in una direttiva di 10 pagine inviata ai sostituti procuratori del suo ufficio. I magistrati dovranno dunque «assicurare che la polizia giudiziaria effettui una rigorosa selezione delle intercettazioni rilevanti ed utilizzabili a fini processuali» per non far finire tra gli atti tutte quelle intercettazioni inutili ai fini dellinchiesta ma spesso tra le prime a finire sui giornali. E «nei casi di conversazioni con difensori o con parlamentari» la polizia giudiziaria, nei brogliacci, dovrà omissare «ogni indicazione relativa al loro contenuto». Le regole stabilite da Greco si basano sul decreto legge di fine dicembre scorso, modificato in sede di conversione. Una «prima serie di linee guida - scrive Greco - intese ad orientare ed uniformare le prassi dell'ufficio e della polizia giudiziaria» per preparare i pm alla nuova disciplina, che entrerà in vigore a settembre prossimo. Nel caso in cui sorgano «dubbi» sulla possibile rilevanza di alcune intercettazioni, gli stessi «dovranno essere tempestivamente sottoposti alla valutazione» del sostituto procuratore. Agli atti, dunque, non potranno finire più «espressioni lesive della reputazione delle persone o quelle che riguardino dati personali definiti sensibili dalla legge, salvo che si tratti di intercettazioni rilevanti». E il contenuto delle conversazioni con gli avvocati o i parlamentari non potrà più essere trascritto dalla polizia giudiziaria, che dovrà limitarsi a segnalare nei brogliacci «conversazione con difensore» o «conversazione con parlamentare». Nel caso di conversazioni irrilevanti, le stesse dovranno essere classificate come «conversazione/parte di conversazione non attinente all'oggetto di indagine», mentre nelle richieste di misure cautelari verranno riprodotti, quando necessario, «soltanto i brani essenziali delle comunicazioni e conversazioni» ritenute «rilevanti e utilizzabili».