Ricominciare: è la parola d’ordine dettata da Rosanna Romano, direttore generale per le politiche culturali e il turismo della Regione Campania, in apertura della conferenza stampa di presentazione della tredicesima edizione del Napoli Teatro Festival Italia, diretta per il quarto anno da Ruggero Cappuccio, a cui hanno partecipato Marta Ragozzino, direttore del Polo Museale della Campania; Sylvain Bellenger, direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte.

Si svolgerà in prima tornata dal 1 al 31 luglio in luoghi all’aperto con platee allestite nel rispetto delle distanze di sicurezza, divise tra Napoli e altre città della Campania. “Ricominciare” con l’appuntamento del Festival e “ripartire” dal teatro, dalla cultura augurandosi che anche l’intero Paese possa ripartire. Nell’atmosfera rarefatta del Teatro di Corte di Palazzo Reale, che sarà il cuore pulsante del Festival con i suoi cortili e il Giardino Romantico, la sveglia l’hanno suonata forte proprio i lavoratori dello spettacolo che hanno rappresentato, in un comunicato, la loro difficile condizione economica e la richiesta di un ampliamento dei loro diritti attraverso una specifica riforma del settore che garantisca un salario di continuità. «Questo è il nostro contributo per la riaccensione del Paese - ha detto il presidente della Fondazione Campania dei Festival, Alessandro Barbano - abbiamo lavorato strenuamente per mettere in atto una strategia di responsabilità che ci consentisse di poter realizzare il Festival in piena sicurezza sanitaria».

“Il teatro rinasce con te” è lo slogan per rivivere le emozioni del teatro dopo mesi difficili di lockdown, nella bella immagine creata dal maestro Mimmo Paladino. Così dunque si presenta il Napoli Teatro Festival, rimodulato e riprogrammato a causa del Covid 19, che si conferma tra gli appuntamenti più estesi della regione con 130 eventi per un mese di spettacoli in luoghi all’aperto, tra cui il Bosco e il cortile del Real Museo di Capodimonte, Palazzo Fondi, i cortili dei palazzi del rione Sanità, il rione De Gasperi, la spiaggia delle Monache a Posillipo, il MANN Museo Archeologico Nazionale di Napoli e il circolo Canottieri, ed ancora il Duomo e il cortile del teatro Ghirelli a Salerno, il complesso monumentale di Santa Chiara a Solofra, il Teatro Naturale di Pietrelcina, l’Anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere. Prevista una sola eccezione al chiuso con uno spettacolo di Roberto de Simone al Teatro di San Carlo. Una rimodulazione che mantiene il consueto impianto diviso in 10 sezioni ( tra cui Danza, SportOpera, Musica, Letteratura, Cinema, Mostre, Progetti Speciali); 34 spettacoli di prosa nazionale e 28 prime italiane, con un ritorno a settembre con gli spettacoli internazionali dei grandi maestri della scena contemporanea, tra i quali Dimitris Papaioannou, Jan Fabre, Ramzi Choukair e Sulayman Al- Bassam.

«Non è stato semplice stare qui da questa angolazione, l’immagine di questa sala– ha detto il direttore Cappuccio- fotografa un tempo passato e rimanda agli eterni tubi innocenti del terremoto dell’ 80. Segna dunque un momento storico.

In questi mesi vissuti all’insegna della paura e del coraggio, gli essere umani sono andati fuori tempo e la psiche degli italiani l’hanno curata proprio gli attori. Proprio quei lavoratori che prima chiedevano protezione e diritti, problema che esisteva prima e dopo il Covid». E poi ha concluso: «Essere pronti a una riapertura psicologica richiede una collaborazione tra musei, borghi e l’arte, il teatro, proprio come sta succedendo oggi. Il Festival è la prova generale della nostra libertà».