Il 15 giugno il Governo ha annunciato l'apertura delle sale cinematografiche per tentare una ripresa delle attività durante questa emergenza da Covid 19. In piena incertezza di come si svolgerà questa nuova fase per il cinema italiano, Rai Cinema intraprende un’iniziativa riassumibile sotto l’hashtag #Ilcinemanonsiferma e annuncia la messa in streaming su RaiPlay di 8 film per 8 settimane sulla piattaforma, 4 completamente inediti e 4 che arriveranno dopo un brevissimo passaggio in sala. Lo ha confermato ed illustrato l'Amministratore Delegato di Rai Cinema, Paolo Del Brocco in una conferenza virtuale direttamente dalla Sala degli Arazzi di Viale Mazzini a Roma: “Ci siamo chiesti con tutto il mondo del cinema cosa potevamo fare di più in questo momento, è chiaro che la centralità della sala è sacra per noi, la fruizione in sala è irripetibile però c’erano dei film che dovevano uscire e non sono potuti uscire” ha chiarito l’AD. Che poi ha annunciato il calendario dei film da vedere su RaiPlay, diretta da Eleonora Capparelli, presente in Rai ad affiancare Del Brocco nella comunicazione: “I film inediti che saranno disponibili sono Magari di Ginevra Elkann e poi dal 28 Bar Giuseppe di Giulio Base ed in seguito La Rivincita di Leo Muscato e Abbi Fede di Giorgio Pasotti.  A questi abbiamo voluto aggiungere film usciti ma inediti su piattaforme e televisione che sono Lontano Lontano di Gianni di Gregorio, Otzi e il mistero del tempo di Gabriele Pignotta, Dafne di Federico Bondi e  Un giorno all'improvviso di Ciro D'Emilio, tutti con un’ottima qualità di regia e in alcuni casi opere prime. Siamo felici che Rai abbia scelto di divulgare e di scegliere di rendere visibili ad un pubblico più ampio questi film” ha concluso Del Brocco. L’opera prima di Ginevra Elkann, sorella di Lapo ed ex distributrice cinematografica con la Good Films si intitola Magari ed è stato presentato al Film festival di Locarno in Svizzera per poi avere il suo debutto italiano allo scorso Torino Film Festival. Il film sarà il primo ad essere programmato su Raiplay dal 21 maggio ed ha come interpreti due capisaldi del cinema italiano conosciuto internazionalmente: Alba Rohrwacher e Riccardo Scamarcio. Scritto a quattro mani con Chiara Barzini, Magari è dichiaratamente autobiografico e narrando di un Natale particolare di tre fratelli catapultati da Parigi all’Italia da un padre all’apparenza inaffidabile, si basa sui ricordi dell’infanzia della Elkann insieme ai suoi fratelli Lapo e John. È proprio Ginevra Elkann che collegata in conferenza ci introduce il suo debutto alla regia: “questo film nasce da una conversazione con Chiara Barzini e nel racconto e nella memoria degli anni ‘80 e ‘90, dentro quello che erano i ricordi e il voler raccontare la storia di questa famiglia. Una volta Riccardo ( Scamarcio) mi ha detto” ricorda la Elkann ‘questo non è un film sulla famiglia ma sull’idea di famiglia’.  Mi sembra molto giusto, direi anche sui sogni e le aspirazioni alla famiglia”. Introdotto da Ginevra Elkann, è la volta di Riccardo Scamarcio che, immerso in uno sfondo di bouganville, attraverso Zoom descrive il suo personaggio: “è un padre che si ritrova in un momento preciso, deve passare le vacanze di Natale con i suoi 3 figli in montagna però per una serie di ragioni, decide di portarli al mare a Sabaudia a casa di un suo amico. Chiaramente il mio personaggio è un papà che non è abituato ad avere i figli intorno ed è la prima volta che passa così tanto tempo avendoli tutti e tre con sé.  È uno scrittore, un sognatore idealista, forse incapace di assumersi completamente le sue responsabilità anche se a modo suo lo fa”. Alba Rohrwacher recita accanto a Riccardo Scamarcio nel ruolo di Benedetta, co-sceneggiatrice di questo padre descritto da Scamarcio e sua nuova compagna di vita. Questo Natale con questi tre ragazzi irromperà nel suo mondo e porterà trasformazioni. L’attrice ci aiuta a capire di più di Benedetta: “questa donna si troverà a far parte di questa famiglia allargata. Il film racconta la possibilità di una famiglia che si estende al di là del legame di sangue. Benedetta verrà prima messa in discussione e poi accettata all’interno di questo nucleo familiare dai ragazzi, in maniera anche estravagante. Si creerà una nuova idea di famiglia in cui questi ragazzi conosceranno davvero il loro genitore per quello che è, lui si prenderà la responsabilità dell’essere padre e Benedetta scoprirà e capirà davvero il sentimento che la lega a quest’uomo”. Sono i temi universali dell’infanzia e dei ricordi che hanno mosso Ginevra Elkann a realizzare finalmente Magari, la neo-regista lo chiarisce: “È un film che ha uno spunto autobiografico e credo che per me fosse importante parlare di emozioni e di di quelle che sono le piccole cose dell’infanzia che poi sembrano piccole ma fanno di noi gli adulti che siamo, ti rimangono dentro”. Inevitabile chiedere alla Elkann che reazione abbiano avuto verso il film, sia i fratelli che il padre, rappresentati, a loro modo, nel film. La risposta è molto familiare e rassicurante: “per quel che riguarda i miei fratelli credo gli sia piaciuto e che siano stati felici di vedere questo film e di vedere che era un vero film, perchè io avevo sempre parlato di fare la regista e l’ho finalmente fatto” dichiara la regista, “il mio papà ha visto il film, essendo lui uno scrittore, per quello che è, un film. Lui credo che, come ogni papà,  sia contento che sua figlia ha fatto un film e siccome era quello che volevo fare, mi fa piacere che gli sia piaciuto come tale, un film e non come ritratto della nostra famiglia”. Allontanandoci dalle reazioni della famiglia Elkann-Agnelli al film, possiamo avvicinarci invece alla percezione che gli attori Riccardo Scamarcio e Alba Rohrwacher hanno avuto del processo creativo attorno a Magari. Proprio Riccardo Scamarcio sottolinea la fusione tra i loro diversi approcci al film: “Io conosco il padre di Ginevra ma non mi sono lasciato condizionare e non ho cercato di entrare in questa dinamica perché il film è una rielaborazione di ricordi di Ginevra che si sono trasformati e diventati il film che vedrete tenendo conto anche dei miei ricordi e dei ricordi di Ababa, delle reazioni dei bambini”. “Il film è un’entità indipendente persino dalla regista, dagli attori e dal produttore” puntualizza Scamarcio che poi conclude: “è l'unione di tutti questi pensieri ed emozioni”. Mamma in molti film come Figlia mia o Troppa Grazia e qui in Magari, immersa in un ruolo che richiede dei momenti “materni”, Alba Rohrwacher viene chiamata a trovare un comune denominatore ad unire le mamme. L’attrice cerca un sentimento per la risposta: “non riesco a trovare una similitudine tra questi personaggi” commenta, “né a fare un discorso generale non essendo io madre, ma posso dire che ciò che un po’ accomuna tutti questi personaggi è un sentimento di accoglienza, la capacità di saper accogliere i figli propri e non propri, i sentimenti di questi bambini ragazzi con cui si trovano a confrontarsi”.