"Già all'indomani dei fatti dello scorso maggio Magistratura indipendente ebbe a indicare il pericolo della superficialità e sommarietà con cui si stavano valutando i noti fatti, tanto da ricordare l'espressione trasformista propria del gattopardismo: 'se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi'. Con un insopportabile moralismo di maniera ci si è accaniti in modo feroce contro pochi individui, convinti di poter così eludere la realtà e far finta di voler cambiare voltando frettolosamente pagina. Nulla di più errato, insensato e delegittimante". E' quanto sottolinea Magistratura Indipendente, in una nota a forma del presidente Mariagrazia Arena, e del segretario Paola D'Ovidio. "Ci trovavamo di fronte ad un allarme, un problema ben più serio e generalizzato che avrebbe richiesto in sede associativa una immediata autocritica collettiva Invece si è preferito cercare la strada più rapida e antidemocratica per la occupazione del 'potere' da parte di una corrente in danno dell'altra". "Negli ultimi giorni, con una seconda ondata di notizie giornalistiche, sono stati pubblicati stralci di messaggi whatsapp. Per uno strano scherzo del destino, i protagonisti involontari dei nuovi dialoghi sono i Savonarola di un tempo: i duri e puri che gridavano il loro sdegno li vediamo arroccati nel bunker, si cimentano in sottili distinguo o in maldestri equilibrismi dialettici. La Giunta dell'Anm, che un anno fa convocò un Cdc d'urgenza ed assemblee immediate chiedendo dimissioni ed esprimendo giudizi morali, oggi tace - denuncia Mi - evidentemente incapace di individuare soluzioni basate su una, smarrita quanto inutilmente sbandierata, Etica della responsabilità". Il gruppo di Magistratura Indipendente, ricordano presidente e segretario, "ha avviato per tempo, rispetto a quelle drammatiche vicende, un percorso di sofferta autocritica, operando subito un radicale cambiamento e procedendo, nel segno del totale rinnovamento, unico gruppo nel panorama associativo, a un avvicendamento integrale nelle cariche statutarie al fine di favorire il più ampio contributo di sensibilità ed esperienze professionali". "Se si vuole (tentare di) restituire credibilità e decoro alla magistratura, è necessario, ora come allora, un atto di riflessione e di autoresponsabilità anche da parte delle altre componenti associative e di tutti coloro che si trovano coinvolti: costoro pensavano forse di essere esenti e che quanto sta emergendo sulla libera Stampa non li colpisse, ma così non è stato. Ciò senza indulgere affatto - assicura Mi - sulle condotte che hanno investito anche Magistratura Indipendente per le quali, è bene ricordarlo, tre Consiglieri del Csm si sono dimessi un anno addietro, a ciò determinati, oltre che per sensibilità istituzionale, da una inaudita, terribile ferocia condita da processi sommari con l'individuazione delle loro persone quali unici capri espiatori". L'ATTACCO ALL'ANM "In questi giorni più testate giornalistiche, con la curiosa assenza di quelle più diffuse, hanno nuovamente consegnato, con un tempismo che fa riflettere, al pubblico dei lettori porzioni di conversazioni di tenore simile a quelle dell'ormai noto caso Palamara, con alcuni nuovi, e molti noti, protagonisti" ma "il governo dell'Anm, con alla guida Area, tace, osserva, medita e non si scandalizza, non favella; eppure alcuni dei timonieri attuali si stracciarono le vesti nel mese di maggio 2019 a fronte di pubblicazioni di intercettazioni con protagonisti, in parte, diversi". A denunciarlo, in una nota, sono i rappresentanti di Magistratura indipendente nel Comitato direttivo centrale dell'Associazione nazionale magistrati Gli esponenti di Mi chiedono che "chi governa l'Associazione nazionale magistrati sui più recenti accadimenti prenda posizione; non intendiamo imbastire processi mediatici o di piazza, che lasciamo agli altri, ma vogliamo capire quale reale percorso di rinnovamento abbiano intrapreso i colleghi che, scossi dagli eventi del maggio 2019, oggi governano l'Associazione".