«La fase 2 sarà un delirio». L’allarme arriva dall’Organismo congressuale forense, che ha redatto un dossier per monitorare la situazione dei tribunali in periodo d’emergenza. E ciò che emerge, stando alla nota di Giovanni Malinconico, coordinatore dell’Ocf, è drammatico. «Ogni ufficio decide per sé, ma non solo ogni tribunale, perfino ogni sezione, talvolta». E in assenza di certezze, l’unica cosa chiara è che «se il Governo non fissa delle linee guida comuni per tutti sarà il caos. Abbiamo parlato di babele giudiziaria, e mai termine fu più appropriato: ciascun ufficio appunto parla una lingua propria senza dialogare con gli altri». Giustizia ordinaria Per quanto riguarda la giustizia ordinaria, evidenzia Ocf, il “Cura Italia” prevede udienza in compresenza fisica, con assunzione di precauzioni nell’accesso e nell’interazione all’interno degli ambienti giudiziari; udienza da remoto, con l’ausilio di strumenti telematici; sostituzione dell’udienza con lo scambio di atti scritti la cui modulazione però è demandata ai regolamenti e ai provvedimenti emanati dei capi dei singoli uffici giudiziari. Giustizia amministrativa La giustizia amministrativa ha disposizioni totalmente differenti. «Inspiegabilmente i termini processuali hanno ricominciato il loro decorso a far data dal 16 aprile - spiega Malinconico -. Per tutta la durata della fase due inoltre, “tutte le controversie fissate per la trattazione, sia in udienza camerale sia in udienza pubblica, passano in decisione, senza discussione orale, sulla base degli atti depositati"». Giustizia contabile Le attività sono regolate attraverso un generico richiamo alle disposizioni in materia di Giustizia ordinaria e amministrativa, ma “in quanto compatibili”, con ampia possibilità di regolamentazione da parte dei vertici degli uffici territoriali e centrali. Si prevede in via ordinaria il rinvio dei giudizi alla fine della fase due, ma con la possibilità di trattazione da remoto mediante strumenti telematici. Giustizia militare Anche qui formalmente si applicano le disposizioni per la giustizia ordinaria, ma solo “in quanto compatibili”. Per il resto decide il giudice. «Un caos regolamentato insomma, che però non fa i conti con i classici problemi dell'inadeguatezza dell'apparato giudiziario italiano - conclude Malinconico - Qualche esempio: ovunque si registra tanto una grave insufficienza dei presidi sanitari atti a consentire l'accesso sicuro agli uffici, quanto la carenza di strumentazioni informatiche per il cosiddetto processo telematico. E per finire, nessuno ha pensato a garantire l’esercizio della funzione difensiva ai colleghi con disabilità. Una dimenticanza inaccettabile». Il tavolo unitario per la giurisdizione Con un’altra nota, Malinconico ha poi sollecitato il presidente del Consiglio, il ministro della Giustizia e quello dell’Economia per la costituzione di un tavolo unitario per la giurisdizione. «Se la prima fase è stata caratterizzata da inammissibili differenziazioni nella regolazione delle attività giudiziarie nei vari plessi in cui la Giurisdizione si articola, con delle distinzioni non ammissibili e non spiegabili con il solo riferimento alle differenze dei vari riti, la questione si pone con maggior gravità e urgenza per la fase due, che ormai incombe», scrive Malinconico. Che non dimentica di sottolineare la mancanza di misure adeguate a garantire l’esercizio della funzione difensiva ai colleghi con disabilità, «problema che incide contemporaneamente sulla problematica delle pari opportunità e sul diritto delle parti a essere difesi dall’avvocato verso il quale abbiano fiducia, sebbene portatore di handicap fisico». Una situazione complicata, che rende, dunque, necessaria la costituzione di un “tavolo unico per la giurisdizione” «che, operando in una visione complessiva e unitaria della giurisdizione e riducendo le inutili differenziazioni tra i vari settori, metta al centro il ruolo propulsivo del Dicastero della Giustizia e, con una concertazione piena ed effettiva con le rappresentanze istituzionali e politiche dell’avvocatura, adotti le più opportune iniziative atte a consentirne l’esercizio nella salvaguardia delle garanzie costituzionali per le parti».