Doccia fredda sul governo e sull'economia italia: l'agenzia di rating Fitch ha tagliato il rating sul debito dell'Italia a BBB- da BBB, un gradino sopra il livello junk. La decisiione, si legge in una nota "riflette il significativo impatto della pandemia di coronavirus sull'economia e sulla posizione fiscale del Paese". L'Outlook resta stabile. L'agenzia prevede anche una contrazione del Pil del Paese dell'8% nel 2020. L'agenzia sottolinea anche che la prossima data di revisione del rating per l'Italia era programmata per il 10 luglio 2020 ma di aver ritenuto che "gli sviluppi nel Paese comportino una modifica rispetto alla data programmata". L'impatto del coronavirus si tradurrà in un balzo del deficit rispetto al Pil per l'Italia pari al 10%, afferma  Fitch nella nota in cui sottolinea anche che la crescita, dopo una contrazione dell'8% quest'anno, rimbalzera' del 3,7% nel 2001. "La ripresa al di la' del 2021 - aggiunge anche - e' altamente incerta date le debolezze sottostanti dell'economia" Il Ministro dell'Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, prende atto della decisione odierna da parte dell'agenzia Fitch di declassare il merito di credito della Repubblica italiana al livello BBB-, con outlook stabile. Lo si legge in una nota del Mef nella quale pero' si afferma anche che "I fondamentali dell'economia e della finanza pubblica dell'Italia sono solidi".  "L'agenzia e' intervenuta anticipando la valutazione del rating programmata per il 10 luglio. L'accelerazione sarebbe giustificata dal deterioramento in atto del quadro macroeconomico e della finanza pubblica. Si tratta tuttavia di effetti interamente dovuti a una causa esogena e temporanea". "La valutazione degli impatti sulle prospettive di crescita e sul merito di credito sconta inevitabilmente un considerevole margine di incertezza. Le altre agenzie di rating hanno in effetti assunto un atteggiamento piu' prudente". Lo si legge nella nota del Mef a commento della decisione di Fitch di declassare il rating italiano. "La valutazione - prosegue la nota - non tiene conto delle rilevanti decisioni assunte nell'Unione europea, dagli Stati che la compongono e dalle istituzioni che ne fanno parte. In particolare, non sembrano adeguatamente valorizzati l'orientamento strategico della Banca Centrale Europea e gli interventi che si stanno per realizzare con la condivisione delle responsabilità della gestione della reazione alla crisi e dei relativi oneri di finanziamento".