Garantire il dolore delle vittime, certo, ma garantire anche  "il diritto alla vita, alla salute e alla dignità minima dei detenuti". E' il cuore dell nota di Mariano Sciacca e Francesco Cananzim presidente e del segretario di Unicost, la corrente moderata della magistratura. Insomma, Unicost riponde così alle polemiche successive la scarcerazione di mafiosi in carcere, non ultima quella del boss Michele Zagaria, scarcerato per gravi motivi di salute ma divenuto oggetto delle attenzioni di stampa e Tv. Unicost richiama decisamente la politica alle sue responsabilità: "Nelle carceri che perdura da decenni, non vi è stato governo o parlamento che abbiano adottato misure adeguate a risolverlo: né dando reale e risolutivo impulso alle misure alternative alla detenzione, né operando con interventi idonei in materia di edilizia penitenziaria, né facendo l'una e l'altra cosa". "Da ultimo anche la normativa d'emergenza, emanata a fronte della pandemia da COVID-19, si è rivelata inadeguata rispetto al sovraffollamento negli istituti penitenziari. Il necessario e dovuto bilanciamento dei beni costituzionali in gioco - da un lato le esigenze di sicurezza sociale e dall'altro la tutela del diritto alla salute e del diritto al trattamento - è stato sostanzialmente circondato non soltanto da appesantimenti procedimentali e burocratici, ma anche da una delega alla magistratura di valutazioni che spettano al governo e al parlamento. La politica è assunzione di responsabilità e, in questo ambito, selezione delle priorità di politica criminale e penitenziaria". "Per garantire al contempo i diritti dei cittadini, il dolore delle vittime di mafia e di terrorismo e le esigenze di tutela sociale, con il diritto alla vita, alla salute e alla dignità minima dei detenuti, in presenza di una pandemia così grave occorre una accurata progettualità. E non può ritenersi sufficiente un formale 'monitoraggio' dei detenuti esposti a rischio COVID, perché affetti da pregresse patologie. Di certo non si può accollare alla magistratura la 'responsabilità politica' di sottoporre alla detenzione domiciliare pericolosi criminali, allorquando il circuito penitenziario non è in grado di garantire il diritto alla salute. Questa non è una responsabilità della magistratura. Auspichiamo e siamo certi, pertanto, che il Governo su questo tema interverrà da subito, con provvedimenti normativi, organizzativi e logistici adeguati, seguendo le indicazioni già fornite dalla Magistratura di sorveglianza, oltre che prevedendo il coinvolgimento delle Direzioni antimafia, nazionale e distrettuali", concludono i due esponenti di Unicost.