E' pronto e sara' presentato domani in Parlamento il piano di deconfinamento del governo del presidente francese Emmanuel Macron. Ma l'opposizione critica il metodo usato dall'esecutivo, sia da destra che da sinistra, contesta di non esser stata coinvolta come promesso dall'Eliseo e chiede piu' tempo per studiare il piano post 11- maggio, accusando il governo di procedere troppo velocemente. Tra l'altro non ci sara' alcun voto specifico dei deputati sulla controversa app di tracciabilita' 'Stop Covid' voluta dall'esecutivo ma solo un voto sul complesso delle misure. "Quello sul voto del piano e' un falso dibattito. Estrapolare la questione dell'app non serve: da sola non e' magica, non e' miracolosa, ma si inserisce in un piano globale. Solo cosi' potra' funzionare" ha difeso la strategia del governo a Sud Radio la presidente della commissione leggi dell'Assemblea nazionale, Yael Braun-Pivet, esponente del partito presidenziale La Re'publique En Marche (LREM). Per calmare le acque, il presidente del Parlamento, Richard Ferrand, ha argomentato che "la decisione del governo di presentare il suo piano all'Assemblea rappresenta un segno di considerazione verso le sue componenti". Anche alla luce di questi contrasti, un sondaggio Ifop rivela che per superare la crisi del nuovo coronavirus, 7 francesi su 10 sono favorevoli alla formazione di un governo di unita' nazionale. Nella sua ultima allocuzione del 13 aprile, il presidente Macron aveva espresso la volonta' di "costruire un altro progetto nella concordia, con tutte le componenti della nostra nazione", ma senza fornire alcuna precisazione. Oggi l'80% degli intervistati vorrebbe che l'esecutivo si rivolgesse agli ambientalisti di Europa Ecologia-i Verdi (EELV) e il 77% alla destra tradizionale di Les Re'publicains (LR). I cittadini maggiormente entusiasti nei confronti di un governo di unita' nazionale sono gli elettori di LR, all'84%, del Partito socialista (75%), di La France Insoumise (72%) e di En Marche (62%) Una linea che difficilmente riuscira' a concretizzarsi: in Francia l'ultimo governo di unita' nazionale risale alla fine della Seconda Guerra mondiale, durante la IV Repubblica, sotto la direzione di Charles de Gaulle, riuscito a mettere insieme suo partito, centristi e comunisti. In attesa del voto in Parlamento, in Francia continua la corsa all'acquisto delle mascherine prima del lancio della fase 2. Con apposito decreto, il governo autorizza da oggi la ripresa della vendita dei dispositivi di protezione in tutte le farmacie - 22 mila - destinate al grande pubblico. "Quanti avranno bisogno di mascherine, ad esempio nei trasporti pubblici, riusciranno a procurarsele. Abbiamo mobilitato tutte le capacita' di produzione francesi per produrre maschere in tessuto riutilizzabili" ha assicurato a Europe 1 Elisabeth Borne, ministro per la Transizione ambientale. Prima della messa in rete della controversa app Stop Covid, da oggi in Francia e' entrato in funzione un numero nazionale chiamato "AlloCovid", che tutti possono chiamare dai 15 anni in su di eta', per avere informazioni sanitarie e diagnosi, per accompagnare il processo di deconfinamento. Il servizio in questione e' stato ideato dai ricercatori dell'Istituto nazionale di sanita' e ricerca medica (Inserm) e dall'Universita' di Parigi. Inoltre, sul versante diagnostico, sarebbe pronto un test sierologico per identificare gli individui gia' immunizzati al Covid-19, che sara' accessibile ai privati dopo l'avvallo delle autorita'. Ad affermarlo a Liberation e' il direttore del laboratorio Pasteur- TheraVectys, Pierre Charneau. In base all'ultimo bilancio ufficiale di Sante' publique, in Francia l'epidemia di Covid-19 ha causato almeno 22.856 morti. Secondo i dati della rete europea di ventilazione artificiale il tasso di mortalita' in rianimazione e' intorno al 30-40%, quindi ben al di sopra del 10% confermato dal governo. A sollevare altri dubbi sul numero effettivo delle vittime e' stato anche il sindacato dei medici MG (medicina generale) in Francia, che in realta' sarebbe superiore di circa 9 mila morti. A France Info il presidente del sindacato, Jacques Battistoni, ha riferito che finora i medici di base nelle varie citta' non hanno raccolto i dati dei propri pazienti per trasmetterli al ministero, come accadrebbe, secondo lui, anche negli altri paesi Ue.