Un'interrogazione parlamentare per far tornare in cella Antonio Sudato, un detenuto ammalato che, in caso di contagio da Coronavirus e a causa delle sue tante e gravi patologie, rischierebbe seriamente di morire. L'iniziativa è partita da Andrea Delmastro, Giovanni Donzelli, Carolina Varchi e Wanda Ferro, tutti parlamentari di FdI. Insomma, secondo i "fratelli e le sorelle d'Italia", il rischio che la pena all'ergastolo di Antonio Sudato si trasformi in condanna a morte è del tutto secondario. Sudato è un mafioso, dicono, e deve marcire in cella. Ovviamente Sudato non è stato messo in libertà ma solo agli arresti domiciliari, ma tanto è bastato a scatenare l'indignazione di FdI. E a nulla sono valse le parole del suo avvocato, Antonio Campisi, che ha provato a spiegare agli onorevoli che Sudato, il suo assistito, è del tutto incompatibile con la vita carceraria, soprattutto "per il rischio di contagio da coronavirus che in una persona con rilevanti patologie può seriamente aggravare il proprio stato di salute". Ma niente, secondo Fdi, "E' incredibile che siano stati concessi gli arresti domiciliari ad Antonio Sudato condannato per associazione mafiosa, estorsione e omicidio, sul presupposto astratto del rischio di contagio da coronavirus che, attualmente, corrono tutti gli italiani". Insomma è giusto che sudato rischi di ammalarsi proprio come tutti noi. Evidentemente agli onorevoli sfugge lo stato delle nostre carceri dove si vive in condizioni sanitarie "precarie" e nell'impossibilità di poter isolare i detenuti più a rischio. Insomma, il sovraffollamento delle patrie galere impedisce qualsiasi tutela della salute delle persone detenute da parte dello Stato. Per lasciare le persone come Sudato in carcere in sicurezza bisognerebbe cominciare a svuotarle, magari partendo dalla concessione dei domiciliari per chi ha commesso reati meno gravi. Ma questa semplice operazione non si può fare perché qualcuno è contrario. Indovinate chi?  Ma FdI, naturalmente...