E' di qualche giorno fa la notizia, divulgata dal virologo Roberto Burioni, che i farmaci antimalarici clorochina e idrossiclorochina sono tra le possibili terapie che si stanno sperimentando contro il Covid-1. La notizia ha però creato un forte disagio tra chi, da tempo, e per ragioni diverse dal Covid, usa quei farmaci.Le scorte limitate e il nuovo utilizzo stanno infatti rendendo difficoltoso il reperimento dei farmaci da parte dei malati reumatici che da tempo li impiegano con successo. Per questo bisogna aumentarne la produzione e garantirne l'approvvigionamento a livello globale. L'appello arriva da due ricercatori italiani della Sapienza sulla rivista Annals of the Rheumatic "Da giorni ci arrivano le chiamate di malati che non trovano più questi medicinali in farmacia. Per farvi fronte gli abbiamo detto di ridurre il dosaggio, ma non possono trovarsi senza, altrimenti rischiano di non tenere sotto controllo la malattia", spiegano i ricercatori. In particolare clorochina e idrossiclorochina sono usati per il trattamento del 70% dei malati con lupus eritematoso sistemico, e in misura minore l'artrite reumatoide e altri tipi di connettiviti. "Sono ben tollerati, soprattutto nei pazienti più giovani. Bisogna garantire questi farmaci per i malati reumatici già in cura, per cui già si sa che sono efficaci", continua Conti. L'efficacia degli antimalarici contro il Covid-19 sembra promettente, ma è ancora da confermare. "Quando è iniziata quest'epidemia, in Cina si è provato a usare questi farmaci, che avevano dato risultati promettenti negli studi di laboratorio fatti durante la Sars. Adesso altri studi fatti in vitro e su un numero limitato di pazienti hanno mostrato che possono bloccare la replicazione del virus in 6 giorni", prosegue Conti. Tuttavia nel caso del Covid-19 si pone anche un problema etico, visto che questi farmaci possono dare effetti collaterali anche gravi. "E' ragionevole considerare gli antimalarici come profilassi primaria per le persone sane che vivono nelle regioni più a rischio o per chi è positivo al virus ma ancora senza sintomi?", si chiede. Se la profilassi di massa fosse accettata come opzione a livello globale, a maggior ragione "va garantito un rifornimento adeguato di questi farmaci".