Il ministero della Giustizia del governo dell'Accordo Nazionale, guidato dal premier Fayez al-Sarraj, ha autorizzato la scarcerazione di 466 detenuti dalle carceri di Tripoli, al fine di ridurre il sovraffollamento e limitare il rischio di diffusione del Coronavirus. L'elenco include i detenuti in fase cautelare e coloro i quali soddisfano le regole per il rilascio condizionale. Tra le persone rilasciate ci sono anche cittadini stranieri. «Questo rilascio segue la raccomandazione del Consiglio supremo della Magistratura per ridurre il numero delle persone in carcere», ha spiegato il ministro della Giustizia sulla sua pagina di Facebook. Il Consiglio supremo della Magistratura sta anche valutando unamnistia per quei carcerati che hanno già scontato la metà della pena, detenuti anziani o che hanno problemi di salute. Le autorità libiche hanno confermato nei giorni scori tre casi di contagio nel paese al 28 marzo 2020 e hanno accolto l'invito dello Human Rights Watch di limitare la diffusione del virus nelle strutture di detenzione sovraffollate e nei rifugi per gli sfollati. Il sistema sanitario libico, insieme ad altri servizi pubblici, è stato colpito dai conflitti armati e dalle divisioni politiche. «Se la pandemia si diffonde in Libia, il sistema sanitario del Paese non sarà in grado di far fronte a un gran numero di pazienti», ha affermato Hanan Salah, ricercatore senior della Libia presso lo Human Rights Watch, come riporta il sito allafrica.com. «I preparativi della Libia devono includere piani di protezione e cura di tutti, comprese le popolazioni vulnerabili come quelle in custodia o gli sfollati». L'Onu ha chiesto una "pausa umanitaria" nel conflitto armato per consentire alle autorità di rispondere alla pandemia e il 24 marzo ha esortato le autorità di tutta la Libia «a rilasciare tutti i prigionieri che sono stati arbitrariamente detenuti e prendere in considerazione di rilasciare in particolare donne, bambini, persone con disabilità, migranti e rifugiati». Secondo il Global Health Security Index (Ghs) del 2019, la Libia era tra i paesi meno preparati a prevenire, rilevare o rispondere a una crisi sanitaria. In un rapporto del marzo 2020, Ghs ha collocato la Libia tra 27 paesi - su un totale di 195 - «più vulnerabili alle epidemie emergenti».