La profezia della presidente della Corte dAppello di Milano, Marina Tavassi, si è avverata allalba di sabato scorso quando un violentissimo incendio, dalle prime ipotesi dovuto ad un cortocircuito, ha completamente distrutto la Cancelleria centrale dellufficio gip, parte del Tribunale di sorveglianza, alcuni uffici della Direzione distrettuale antimafia. Limpianto antincendio non è funzionale e necessita di integrale ripristino, aveva affermato il 4 febbraio durante la cerimonia di inaugurazione dellAnno giudiziario 2020 alla presenza dei massimi vertici istituzionali del Paese, fra cui il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, il consigliere del Csm Piermcamillo Davigo, la presidente della Corte costituzionale Marta Cartabia. La presidente Tavassi non si era comunque limitata alla constatazione dellinefficienza dellimpianto antincendio ma aveva durante bacchettato il Ministero della giustizia per i gravissimi ritardi con cui risponde alle richiesta di intervento. Il problema della manutenzione degli uffici giudiziari era esploso nel settembre del 2015 quando lallora ministro della Giustizia Andrea Orlando (Pd) decise di trasferire tale incombenza dai Comuni a via Arenula. Fino ad allora, infatti, erano i sindaci ad occuparsi di tutte le necessità infrastrutturali. A Milano, ad esempio, esisteva a Palazzo Marino la Direzione settore uffici giudiziari, con a capo un architetto, che provvedeva a tutto ciò fosse necessario per il corretto funzionamento del Tribunale.Laccentramento a Roma avrebbe determinato, come qualcuno aveva previsto fin dallinizio considerando le centinaia di uffici giudiziari sparsi per lItalia, la paralisi delle attività manutentive, sia ordinarie che straordinarie.Sul punto lonorevole di Forza Italia Pierantonio Zanettin ha presentato uninterrogazione per conoscere cosa abbia fatto il Ministero in questi mesi. Prima di tornare alla normalità serviranno mesi.Fra le conseguenze immediate, la sospensione la prossima settimana delle udienze del Tribunale di sorveglianza. Nella sorveglianza, infatti, non esiste il telematico ed i fascicoli sono tutti cartacei. Quelli persi dovranno verosimilmente essere ricostituiti con laiuto degli avvocati, il presidente del Coa di Milano Vinicio Nardo ha già dato piena disponibilità, dellUepe, degli istituti di pena. I provvedimenti per le richieste di benefici, ha dichiarato la presidente della Sorveglianza Giovanna Di Rosa, saranno decisi in via provvisoria, anche in caso di precedente diniego. I reclami contro i dinieghi di liberazione anticipata saranno trattati dal collegio. Un segnale rassicurante nei confronti delle migliaia di detenuti lombardi.