Arriva in Parlamento il giallo della produzione dei braccialetti elettronici denunciato da Il Dubbio.

Con una interrogazione parlamentare a firma del deputato Roberto Giachetti di Italia Viva, si chiede conto al governo se sia a conoscenza delle ragioni per le quali la procedura di collaudo risulti essere in così estremo ritardo. Ma soprattutto se sia in grado di fornire chiarimenti e indicazioni precise in merito alle modalità e ai tempi con cui i nuovi braccialetti elettronici saranno messi a disposizione, in modo da consentire l'esecuzione delle misure di detenzione domiciliare già disposte e quelle altresì previste con l’entrata in vigore del decreto.

Come mai questa richiesta? Giachetti, nell’interrogazione, parte dai dati del ministero della Giustizia relativi al 29 febbraio: i detenuti erano 61.230, a fronte di una capienza regolamentare delle carceri pari a 50.931 posti, di cui effettivamente disponibili circa 47.000. L'articolo 123 del D. L. 17 marzo 2020 n. 18 prevede che, fino al 30 giugno 2020, «la pena detentiva è eseguita, su istanza, presso l’abitazione del condannato o in altro luogo pubblico o privato di cura, assistenza e accoglienza, ove non sia superiore a diciotto mesi, anche se costituente parte residua di maggior pena» salvo che riguardi alcune specifiche tipologie di detenuti, e che, «salvo si tratti di condannati minorenni o di condannati la cui pena da eseguire non è a superiore a sei mesi, è applicata la procedura di controllo mediante mezzi elettronici o altri strumenti tecnici resi disponibili per i singoli istituti penitenziari». Sempre nell’interrogazione parlamentare si sottolinea che – secondo il decreto emergenziale - risulta evidente che la detenzione domiciliare sia subordinata alla effettiva disponibilità del braccialetto elettronico. Il deputato di Italia Viva evidenza che negli ultimi anni l’utilizzo di tali dispositivi ha subito un forte incremento determinando una scarsa disponibilità degli apparecchi da parte dell’Amministrazione, tanto da determinare l’impossibilita nei confronti di numerosi detenuti di accedere ai domiciliari.

L’interrogante poi va al cuore del problema dove il governo dovrebbe fare chiarezza. L'Amministrazione dell'Interno, nel dicembre 2016, ha avviato una procedura ad evidenza pubblica per la fornitura di braccialetti elettronici conclusasi nell’agosto del 2018 con l’aggiudicazione definitiva dell'appalto a Rti Fastweb: il servizio prevede, per un periodo minimo di 27 mesi, la fornitura di 1000- 1200 braccialetti mensili per l’intera durata triennale fino al 31 dicembre del 2021.

L’erogazione del servizio sarebbe dovuta partire già da ottobre del 2018, previa nomina da parte del ministero dell’Interno di una commissione di collaudo, ma tale organo è stata nominato dal ministero solo a fine novembre 2018 e ad oggi, dal sito della Polizia di Stato, risulta che la procedura di collaudo sia ancora aperta. Infatti è stato pubblicato esclusivamente il decreto di approvazione del verbale di collaudo positivo relativo alla fase uno e non risulta invece il “piano di collaudo della fase 2” che rappresenta la base di tutte le attività di verifica di conformità della fornitura e che deve essere sottoposto a valutazione e approvazione da parte dall’Amministrazione. «Secondo quanto riportato da un articolo de Il Dubbio pubblicato il 18 marzo 2020 – si legge nell’interrogazione - , dalla relazione tecnica allegata al decreto “Cura Italia” emerge che al momento e fino al 15 maggio siano disponibili solo 2600 braccialetti, sebbene il contratto con Fastweb ( che decorre dal 31 dicembre 2018) preveda la fornitura di 1000- 1200 braccialetti mensili per un totale di 15 mila braccialetti che invece in teoria sarebbero dovuti essere già disponibili alla data odierna». È per questo motivo che il deputato Roberto Giachetti chiede al governo dei chiarimenti sulla procedura del collaudo dei braccialetti.